Ferrara, 29 settembre 2011 - Il Capo della Polizia prefetto Antonio Manganelli ha incontrato a Ferrara i genitori di Federico Aldrovandi, il giovane morto il 25 settembre del 2005 dopo un controllo di Polizia. Manganelli ha espresso ‘’fiducia’’ nel lavoro della magistratura.

‘’Ho incontrato i genitori di Federico Aldrovandi. E’ stato un incontro molto toccante, lo aspettavo da tempo’’, ha detto il capo della Polizia dopo l’incontro con i genitori del ragazzo, avvenuto questa mattina prima che lo stesso Manganelli si recasse alla Questura di Ferrara per la cerimonia di deposizione di una corona ai caduti della Polizia di Stato, nell’ambito delle celebrazioni di San Michele Arcangelo, che si tengono a Ferrara.

‘’Un incontro -ha rimarcato Manganelli- che ci ha visto uniti in un comune sentimento di rispetto per l’istituzione che io rappresento, e di dolore per la famiglia. Perdere un figlio -ha ricordato il capo della Polizia- e’ quanto di piu’ innaturale possa accadere ad una persona nella vita. Sono fatti che determinano un profondo dolore -ha proseguito- e un acuirsi del senso delle responsabilita’ che deve avere un’istituzione che ogni giorno vede i suoi uomini e le sue donne compiere veramente atti di eroismo quotidiano su tutto il territorio’’.

Anche ''questo episodio, tragico, e' al vaglio della magistratura. Io che ho fatto per tutta la vita l'investigatore -ha sottolineato Manganelli- e ho sempre lavorato al fianco della magistratura, esprimo fiducia per quello che puo' essere accertato, approfondito, e portato alla luce sino al giudicato penale, fino a che la sentenza non dara' la parola fine a questa vicenda''.

''Come responsabile dell'istituzione -ha concluso il capo della Polizia- assumo ovviamente la responsabilita' di tutti i fatti che accadono e quindi anche di questa vicenda tristissima che abbiamo elaborato e che costituisce un insegnamento per tutti, per l'interno e per l'esterno della polizia''.

PATRIZIA MORETTI INCONTRA MANGANELLI: "E' STATO POSITIVO MA ANDREMO AVANTI"

Quello tra il capo della Polizia e i genitori e il fratello di Federico Aldrovandi, Stefano, e’ stato ‘’un incontro molto positivo’’. Cosi’ lo ha giudicato Patrizia Moretti, la madre del ragazzo, che ha spiegato: ‘’Da tempo desideravo parlare con Antonio Manganelli e sono stata molto felice di averne avuto l’occasione. L’attesa era reciproca e l’incontro e’ stato all’altezza delle aspettative’’.
La visita privata del capo della Polizia e’ durata circa un’ora e mezza. ‘’La cosa piu’ bella - ha raccontato la madre di Federico - e’ stata la sua assunzione di responsabilita’ in qualita’ di capo della Polizia. Significa molto per noi, e un riconoscimento importante’’. Patrizia Moretti ha voluto ribadire ‘’il massimo rispetto per l’istituzione’’, ma anche la ferma volonta’ ‘’di ottenere giustizia fino in fondo per l’operato dei quattro agenti condannati in primo e secondo grado e che sono ancora in servizio. So che c’e’ un iter da rispettare, e che occorre il giudizio in Cassazione. Ma resta l’esigenza di arrivare a una chiarezza definitiva. E questa esigenza ci accomuna tutti’’.

Sulla scelta di celebrare a Ferrara la festa nazionale del patrono la donnq ha rilevato che ‘’la vicenda di Federico ha sempre avuto la massima attenzione dei vertici del Ministero degli Interni. E’ una cosa che vediamo con favore, un tentativo di creare un dialogo che vada al di la’ di un risarcimento che la polizia ha gia’ riconosciuto, di fatto esprimendo un’altra sentenza di condanna per i quattro agenti che hanno tolto la vita a mio figlio’’.

Nel giorni scorsi erano invece venute parole dure dalla madre e dalla famiglia sulla cerimonia. ‘’Non parteciperemo alle manifestazioni pubbliche della polizia. Perche’ non c’e’ nulla da festeggiare: Federico non ritorna. E per altri motivi: io non posso essere nello stesso contesto a fianco di quelle persone che probabilmente ci saranno, a chi ha depistato, a chi li ha coperti. Assolutamente no. Non ci andiamo’’.

Patrizia Moretti aveva spiegato nei giorni scorsi anche i motivi della sua assenza alla messa in Duomo, cui ha partecipato anche il ministro dell’interno Roberto Maroni, e celebrata dal vescovo Paolo Rabitti: ‘’Il vescovo ci ha sempre rifiutato la solidarieta’ umana e la carita’ cristiana e non ha mai voluto riceverci, a differenza di altri come il cardinal Ersilio Tonini e don Domenico Bedin che ci hanno sostenuto. Non mi sento quindi partecipare ad un rito religioso officiato da Rabitti’’.