Ferrara, 23 giugno 2012 - ‘’Francamente non comprendiamo le parole del Ministro dell’Interno che interviene nella nostra vicenda oggi, quando e’ stata messa la parola fine ad ogni discussione sulla verita’ di quanto accaduto a nostro figlio, Federico’’. Patrizia e Lino Aldrovandi, il giorno dopo la sentenza definitiva al processo per la morte del loro figlio, replicano alle parole del ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri.
 

‘’Il Ministro dell’Interno di allora, nei primi mesi successivi alla morte di Federico, ci aveva voluto incontrare ed aveva chiesto per noi che si facesse luce su quanto accaduto attraverso un regolare processo. Oggi dopo sette anni di processi, tre gradi di giudizio, il ministro Cancellieri usa il condizionale o la formula dubitativa per interpretare il caso Aldrovandi, ‘se ci sono stati degli abusi....sembrerebbe...’ e cosi’ via: perche’ allora usa il condizionale quando il suo ruolo istituzionale non lo permetterebbe? Perche’ mette le mani avanti dichiarando rispetto per la magistratura mettendone poi in dubbio l’operato? Quel condizionale, Ministro, e’ fuori luogo, inopportuno e poco rispettoso delle Istituzioni’’, ribadiscono i genitori di Federico.

‘’Non puo’ il Ministro dell’Interno - affermano ancora - mettere in discussione una sentenza passata in giudicato su una questione singola e specifica. Sono stati commessi abusi tanto gravi da provocare la morte di un ragazzo appena maggiorenne incensurato e di buona famiglia. Padre poliziotto e nonno carabiniere. Quel padre poliziotto e quel nonno carabiniere che appartengono alle forze dell’ordine di cui Lei giustamente parla, hanno pazientemente aspettato sette anni di processo e tre sentenze per veder riconosciuta quella verita’ terribile che sempre hanno saputo.  Auspicheremmo uguale rispetto da parte Sua’’.
La dichiarazione e’ firmata: ‘’Patrizia e Lino Aldrovandi, genitori di Federico, morto per colpa di quattro poliziotti tuttora in servizio’’.