Ferrara, 11 ottobre 2012 - PIÙ DI 80 cartomanti, numerosi operatori del paranormale, riti pagani, sedute spiritiche, filtri magici. Secondo alcuni studiosi ed esperti, la nostra provincia starebbe diventando il centro di attrazione di gruppi che si occupano di pratiche occulte. Parlare di magia, mentre ci avviciniamo alla scadenza di quest’anno nefasto per motivi molto concreti (nevicate, crisi economica, terremoti) potrebbe sembrare a molti una pazzia.

Eppure, a Ferrara e dintorni, ci sarebbero stradine nascoste, che lasciano spazio ad antichi culti, divinazione, cartomanzia, filtri magici, malocchio. Sotto la nebbia che veste di un pallore virgineo la nostra provincia, si nasconderebbe l’identità di una città nera, meta di numerosi gruppi esoterici, di luoghi privilegiati per la celebrazione di messe nere e affini.

PER QUESTO arrivano in città gli indagatori dell’incubo, detective dell’occulto, se così si può dire, certificati niente di meno che dalla Conferenza Episcopale Italiana. Si chiamano Gris, gruppo di ricerca e informazione socio religiosa, riconosciuti e appoggiati dalla Chiesa Cattolica. Noi abbiamo incontrato Matteo Marti, uno dei membri, che è anche farmacologo e tossicologo dell’Università di Ferrara e collaboratore del Sistema nazionale di allerta precoce e risposta rapida per le droghe del Dipartimento politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

È necessario che ciò che c’è nell’ombra venga alla luce. D’altra parte, «non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, nè di segreto che non sarà riconosciuto», dice l’evangelista Luca (12, 2). «Noi del gruppo di ricerca — spiega Matteo Marti — studiamo i culti e le pratiche più disparate ed interveniamo nel bisogno, collaborando con diversi enti e soprattutto con il Vaticano».

MARTI studia l’utilizzo delle droghe più disparate nei culti di diversa origine. Racconta quanto la disinformazione sia pericolosa: «Non bisogna sottovalutare la presenza del paranormale. Ferrara è diventata il crocevia preferenziale per le associazioni e i gruppi occulti e satanisti, che si muovono tra Bologna e Padova». Nel mirino del professore ci sono alcune iniziative in città che attirano gli affiliati di diverse sette: Ferrara Occulta, la fiera dell’esoterismo, l’Halloween di Comacchio, persino il Bundan Festival di Stellata. «Il Maligno — dice il professore — è intercettabile. Non è così strano. Tutti coloro che credono in Dio, credono anche in Satana, il Nemico». L’accusa è molto chiara. Non sono gli eventi in sè, nè gli organizzatori, che sono molto attenti nel selezionare gli inviti, ma i fatti, i ritrovamenti e le voci ci confermano che queste feste attirano affiliati a diverse sette e che, dietro certe forme di celtismo, dietro la cartomanzia, o la divinazione (la comunicazione coi morti), ci siano personalità in grado di connettersi con sfere del soprannaturale. L’antichità di Ferrara è sempre stata segnata da personaggi e luoghi magici, da Paracelso ai vari astrologi della corte Estense, dal Salone dei mesi alla facciata della cattedrale.

L’INTERESSE continua. Nascosto. Sono soprattutto i giovani ad essere attratti dalle forme alternative di religiosità, che non sono, ipso facto, dannose, ma talvolta possono diventarlo in quanto fanno uso di molte droghe, e quindi aumentano lo spaccio e il degrado. «La zona rossa dei riti satanici, con l’uso di droghe rituali e di sacrifici di piccoli animali, è verso il mare. Prima di tutto, in edifici abbandonati: l’ex Jolido a lido Scacchi, l’ex ospedale pedagogico di Aguscello, che è divenuto meta obbligata anche dei curiosi, dopo l’attenzione mediatica della trasmissione Mistero». Poi Villa Magnoni e, naturalmente, i boschi, luoghi da sempre privilegiati per i sabba, i rituali notturni dedicati a Lucifero: quello della Panfilia e quello di Mesola.

L’attenzione di molti fedeli (della Chiesa Cattolica), dopo il terremoto, si è spostata nelle diverse chiese, inagibili e abbandonate. Per evitare che diventino oggetto di profanazione e di saccheggio di oggetti sacri per culti satanici, sono intervenuti i volontari dell’associazione Cavalieri Templari cattolici. Girano per la provincia e sorvegliano i luoghi del sacro. Alcuni di loro, nelle cerimonie ufficiali portano la spada, ma non sono certamente violenti. Si dicono piuttosto ‘ferventi’. Ora agiscono anche a Ferrara. E attenzione «qualsiasi cosa abbiate detto nel buio, sarà udita nella luce» (Luca 12, 3).

di Daniele Modica