Bologna, 29 gennaio 2013 - Il Tribunale di sorveglianza di Bologna, accogliendo la richiesta del pg Miranda Bambace, ha disposto il carcere per Paolo Forlani, Monica Segatto e Luca Pollastri, tre dei quattro poliziotti condannati in via definitiva a tre anni e sei mesi per l’uccisione di Federico Aldrovandi, il 18enne morto nel 2005 a Ferrara in un controllo di polizia. Il 26 febbraio si discutera’ del quarto poliziotto condannato, Enzo Pontani, rinviato per vizio di notifica.

 

"E' un segnale di civiltà", ha commentato a caldo Patrizia Moretti, madre di Federico Aldrovandi. ''Ora spero che li licenzino dalla polizia. Questo paese non li merita. 'E' un altro passo nella direzione giusta e un altro pochino di giustizia che arriva per Federico. Credo che il carcere sia una cosa giusta. Chi ha ucciso una persona merita la pena maggiore''. L'auspicio, ora, è ''che lo Stato si dissoci da loro. La Polizia non li merita, nessuno di noi li merita''

 

I difensori avevano chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali, per il periodo di sei mesi, e in subordine i domiciliari. Sei mesi sono il residuo della condanna a tre anni e sei mesi per eccesso colposo nell’omicidio colposo, visto che tre anni sono coperti dall’indulto.

 

La posizione disciplinare dei quattro agenti (dalla sospensione temporanea fino alla radiazione) sara' demandata, invece, ai consigli provinciali di disciplina delle questure del nord Italia dove sono in servizio.

 

 

Il padre di Federico: "Era quello che mi aspettavo"

"Era quello che mi aspettavo, non posso dire di essere felice perchè la felicità mi è stata tolta da questi quattro individui il 25 settembre 2005’’. E’ il commento del papà di Federico Aldrovandi, Lino, che fa l’ ispettore di polizia municipale nel Ferrarese.
‘’Penso che i giudici abbiano valutato attentamente tutta la vicenda e che abbiamo letto tutte le parole utilizzate da loro colleghi nei vari processi in questi sette anni - aggiunge Lino Aldrovandi -: sul mancato pentimento sono assolutamente d’accordo perché nessuno ha mai rivolto parole di vicinanza a noi come famiglia o per Federico.

I giudici hanno adottato una decisione estrema, bocciando i servizi socialmente utili: posso dire che avevo fiducia nei giudici, nelle istituzioni, non avevo personalmente dei dubbi. Credo che sopra a tutto abbiano valutato le grida di aiuto, inascoltate, di Federico di quella lontana mattina di sette anni fa. Dopo questa decisione ora non resta cha attendere e sperare nell’ultima che dovrà venire dalle commissioni disciplinari delle varie questure: mi aspetto il licenziamento, come del resto è stato chiesto da uno dei sindacato di polizia, il Silp-Cgil che ci è sempre stato vicino’’.