Ferrara, 1 giugno 2013 - ORIGINARIO di Cagliari ma milanese d’adozione, l’avvocato e professore di diritto Bruno Inzitari, 65 anni, è il nuovo timoniere della Cassa di Risparmio, nominato commissario straordinario da Bankitalia.

Professor Inzitari, che idea si è fatto e quali documenti ha già avuto modo di esaminare in questo giorno e mezzo?
«Meglio dire un giorno (ride, ndr). Sto cercando di capire da vicino la banca, il suo funzionamento, i suoi movimenti. A dire la verità sto conoscendo una realtà molto attiva, con dipendenti molto preparati».

E’ chiamato a traghettare Carife verso una nuova era: rilanciarla o aprire le porte a nuovi acquirenti. E’ già possibile ipotizzare quale sarà la strada?
«No, è prematuro affermarlo. Inoltre è necessario mantenere la massima riservatezza vista la delicatezza delle operazioni che verranno effettuate da qui in avanti».

Tra i correntisti c’è fermento e molta preoccupazione. Tutti si chiedono se, e in che misura, rischiano i propri risparmi.
«La banca continua e va avanti, l’ho scritto fin dal primo comunicato diramato al mio arrivo. I correntisti possono stare tranquilli, sono per una visione serena e fiduciosa. Si lavorerà per consentire alla Cassa di Risparmio di dominare tutte le difficoltà».

Quali saranno i tempi del commissariamento?
«Per legge 1 anno ma potrebbero essere prorogati».

Quando è stato contattato da Bankitalia?
«Mercoledì, il giorno prima di arrivare a Ferrara».

A proposito di Ferrara, la conosceva già?
«Sì, certamente. Con l’Università ho avuto modo di godere dell’Emilia. Per otto anni sono stato professore di diritto all’Università di Bologna prima di passare poi a Pavia e Milano».

Tanti, ieri, si domandavano: perché Mps non è stata commissariata mentre Carife sì?
«Il commissariamento è sempre una decisione tecnica e mai un fatto arbitrario. Non mi permetto di entrare nella vicenda Monte dei Paschi, ma per dimensioni e patrimonio non è possibile fare il paragone».

Un’ultima domanda: giovedì è cominciata la fine della Cassa di Risparmio di Ferrara?
«No, ma perché? Abbiamo esperienze di banche commissariate che poi sono tornate sul mercato. Ricordiamoci della banca di Volterra. No, ribadisco, non è la fine di Carife».

Nicola Bianchi