Ferrara, 4 luglio 2013 - LA QUESTIONE della movida in piazza ha scosso e diviso l’opinione pubblica. Tutto è nato dall’intervento dell’arcivescovo Luigi Negri che ha definito postribolo il sagrato del Duomo e le zone adiacenti per la presenza di giovani ubriachi. Ora la parola torna a Negri che ha accettato di rispondere alle nostre domande.

Eccellenza la sua frase ha suscitato un vespaio. Qual è il suo stato d’animo in questi giorni?
«Non sono preoccupato. Io rivendico assolutamente il mio intervento, che è stato interpretato male. In realtà è una volontà di dialogo. Ma un dialogo senza pregiudizi. Io non ne ho e mi auguro che la maggior parte dei ferraresi non ne abbia nei miei confronti. La mia priorità è difendere la Verità».

Perché usare un termine così forte?
Perché è il termine che una persona di buon senso userebbe. Le racconto cosa ho visto».

Prego.
«Tornavo a casa alle tre di notte. C’erano persone intente in atti di promiscuità. Ho visto scene di sesso tra due ragazzi e un gruppo, evidentemente ubriaco, coinvolto in atteggiamenti orgiastici. Io non ho mai visto un postribolo. Ma l’idea era quella».

Tutto questo davanti alla Cattedrale?
«Certo. E non mi si venga a dire che non c’è un intento provocatorio, o volontà di empietà. Mi si fa una questione di termini per non affrontare la sostanza. Non sono un bacchettone, né un moralista. Ho un grande senso della laicità, ma anche della mia identità e del mio ruolo in difesa della tradizione cattolica. Le chiedo io: si può non essere preoccupati riguardo alla devastazione dei giovani in alcol, droga e sesso?»

Il sindaco Tagliani è intervenuto definendo il suo discorso «una forzatura». Cosa risponde?
«In questa città è tutto gestito in maniera reazionaria. Non si può toccare nulla, e nulla si deve modificare. La mia è una proposta di vita razionalmente dignitosa, educativa e utile. Mi auguro che i giovani sappiano valutare. Il mio primo impegno è il dialogo: chi vuole parlare con me mi interpelli, non mi tirerò indietro.
L’assessore Deanna Marescotti ha dichiarato nei giorni scorsi «le religioni si guardino in casa per essere più autorevoli».

Certi atteggiamenti della Curia sono ancora accettabili dopo i tanti scandali della Chiesa emersi negli ultimi anni?
«Io guardo in casa mia: non ho scandali o collusione o episodi di degrado morale. Spero che questo sia chiaro a tutti. Se mi attribuiscono qualcosa risponderò. È come se io obiettassi alla sinistra che governa gli errori dei regimi sovietici. In ogni caso non voglio polemizzare con il sindaco, ognuno agisce nelle sue competenze».

Proprio Tagliani ha dichiarato oggi che non ci sono «giustificazioni per gli imbecilli, per i violenti, per i provocatori. Ma chi parla con loro?». Cosa ne pensa?
«Rispondo con un numero: a Ferrara ci sono 65 campi educativi gestiti in ambito cattolico, rispetto ai 4 d’ispirazone non cattolica. Non mi si venga a dire che non esercitiamo un ruolo nel mondo dei giovani.

Quali saranno le azioni concrete che attuerà per cambiare la cultura di Ferrara?
«Voglio riaprire il dialogo con i giovani sulle grandi questioni per mostrar loro il vero volto dell’uomo. Ho in mente iniziative a breve nella scuola e nell’università. Una serie di letture del cristianesimo attraverso i grandi autori della nostra tradizione».

Gli esercenti sono preoccupati per i rinnovi dei loro contratti di affitto dei locali di proprietà della diocesi. Quali sono le sue intenzioni?
«Mi sto informando su come si possano rescindere certi contratti che non condivido. Anzi le dico di più: stiamo tentando di chiuderne alcuni. O quanto meno di richiamare gli esercenti al rispetto delle regole, ma sono tutti problemi che ho ereditato e non posso risolverli in 24 ore. Datemi tempo».

Daniele Modica