Ferrara, abusi sessuali su due studenti, condannato a due anni e mezzo

Il supplente di 37 anni era accusato di avere palpeggiato i ragazzini e di aver scambiato con loro chat hard . L’avvocato difensore Gallerani: "Riconosciuti il vizio parziale di mente e le attenuanti generiche"

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Ferrara, 6 maggio 2022 - Palpeggiamenti, videochiamate hard e intimidazioni nei confronti di due alunni di 12 e 13 anni di una scuola media della città. Sono le accuse che hanno portato un operatore scolastico in quota Ata – cioè un tecnico che era impiegato temporaneamente in mansioni amministrative all’interno della scuola e talvolta utilizzato come supplente – davanti al giudice dell’udienza preliminare Danilo Russo, che ieri l’ha condannato a due anni e mezzo di reclusione per atti sessuali su minori di 14 anni e corruzione di minorenne. Con l’aggiunta di altri due anni di misure interdittive a frequentare i luoghi dove ci siano minori. Riconosciute, come chiesto dalla difesa sostenuta dagli avvocati Eugenio Gallerani e Silvia Callegari, le attenuanti: generiche, del vizio parziale di mente e dell’avvenuto risarcimento del danno.

"Il mio pensiero – commenta l’avvocato Gallerani – va innanzitutto ai ragazzi che hanno subito tutto questo, dall’altra parte sono soddisfatto che sia emersa la reale condizione del trentasettenne: cioè di una persone affetta da gravi patologie, come un disturbo bipolare di tipo 1 in forma grave e un disturbo di tipo borderline istrionico. È infatti in cura anche presso una struttura pubblica". E per quanto rigurda l’eventuale ricorso in Appello, Gallerani al momento non si pronuncia: "Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate tra sessanta giorni".

Gli abusi. L’operatore scolastico, che si trova ancora in regime di domiciliari, è stato arrestato all’inizio di settembre dello scorso anno, a seguito della gravissima denuncia sporta dai genitori dei due ragazzini che avevano subito le attenzioni morbose del trentasettenne. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri che hanno indagato su delega del pm Fabrizio Valloni, l’uomo che non avrebbe dovuto avere contatti con gli studenti, li aveva avvicinati, esortandoli a mostragli le parti intime, facendo lui altrettanto nei loro confronti. Per poi spingersi in palpeggiamenti ripetuti. Ma c’era qualcosa in più, di sottile: una sorta di relazione intima virtuale con videochiamate e chat, con uno in particolare. Messaggi e video che poi l’uomo, facendo leva sulla condizione di sudditanza dei minorenni, invitava categoricamente ad eliminare dai loro telefoni. Sono stati i dubbi di uno dei due ragazzini di essere finito in un giro pericoloso che l’ha spinto a conservare quegli spaccati di torbida intimità. E’ seguita la scoperta dei genitori di quei messaggi e di quelle chat. Fino al racconto dei palpeggiamenti e dell’atteggiamento prevaricatore del supplente, che avrebbe cercato di vincere le resistenze del più titubante dei due fratelli, diffidandolo da seguire le sue lezioni, se non avesse soggiaciuto alle sue richieste.