"Acqua bianca a macchia d’olio, zone senza più ossigeno"

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La siccità con la mancanza di acqua per garantire il ricambio idrico e l’aumento della salinità lungo la costa soffoca vongole e cozze del Delta con la perdita del 20% degli allevamenti. E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti della drammatica ondata di caldo e siccità. "L’innalzamento delle temperature senza la possibilità di ricambi di acqua – spiega Coldiretti Impresapesca – sta provocando l’espansione a macchia d’olio della cosiddetta ‘acqua bianca’, dove la decomposizione di alghe e sostanze organica ruba l’ossigeno necessario alla vita di vongole e cozze uccidendole. La situazione climatica in un anno come il 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni dimezzate rischia così – evidenzia Coldiretti – di aumentare le importazioni dall’estero che già rappresentano 13 dei consumi e che sono balzate del +50% nei primi tre mesi dell’anno. E’ a rischio il lavoro di centinaia di famiglie di pescatori e allevatori ittici. E’ necessario – continua Coldiretti – proclamare lo stato di emergenza per salvare gli ambienti lagunari con il livello di salinità che rischia di salire dal 30 al 70 per mille se non ci sarà un cambiamento radicale delle condizioni meteo, che al momento non sembra essere previsto. Servono interventi per rivitalizzare il Delta del Po favorendo il ricambio delle acque anche perché la tendenza all’innalzamento della colonnina di mercurio è strutturale in Italia". "Velocizzare la burocrazia per consentire all’area (prima in Italia ed Europa per produzione di vongole), colpita da caldo e siccità, la ripresa delle attività", così scende in campo con un’interrogazione il capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione, Marco Lisei. "Programmare i lavori per salvaguardare la Sacca di Goro – prosegue – e velocizzare la burocrazia per gli interventi di ripristino dell’area, a seguito di eventi naturali, che non consentono le attività di allevamento e raccolta dei molluschi". La coltivazione di molluschi è un settore nel quale operano 46 imprese e 1.600 soci. L’ecosistema è danneggiato dalle temperature elevate e dalla siccità del Po, ormai ai minimi storici, che risente anche del cuneo salino risalito per oltre 15 chilometri.