Addio a Luigi Salvi, pioniere della frutticoltura

Fondatore dell’omonima azienda, avrebbe compiuto 92 anni tra pochi giorni. Dagli esordi fino alla creazione di un vero impero

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Cordoglio, nel mondo imprenditoriale, soprattutto agricolo, per la scomparsa di Luigi Salvi. Classe 1929, avrebbe compiuto 92 anni domenica prossima. Fondatore di un vero e proprio impero frutticolo-vivaistico, era a capo di una famiglia e di un gruppo che oggi conta quasi tremila dipendenti considerando le aziende in Italia e all’estero, con un fatturato che supera i 200 milioni.

Lascia sette figli (e ben undici nipoti), tre dei quali proseguono la sua attività all’interno dell’azienda: Marco, responsabile della commercializzazione della frutta; Silvia, a capo dell’attività vivaistica e delle aziende di produzione; e Paolo Giuseppe, a gestire il settore finanzario del gruppo. Giunto a Ferrara nel 1966 dalla sua terra di origine, Cenate Sotto, in provincia di Bergamo (che gli aveva conferito la cittadinanza onoraria alcuni anni fa), dove iniziò a lavorare all’età di otto anni, Luigi Salvi ha davvero costruito, passo dopo passo, un gruppo forte e innovativo: "Nel mondo agricolo ha lasciato un segno indelebile – ricorda la figlia Silvia, sentita dal Carlino - perché a lui si deve una svolta del settore avendo avviato un nuovo percorso in tema di filiera ortofrutticola; l’azienda agricola, in definitiva, grazie a lui da esterna alla struttura commerciale divenne parte di essa. Insomma ha saputo creare un legame stretto fra commercializzazione e produzione. Questo concetto è nato qui e poi si si è sviluppato in tutte le zone produttive d’Italia, consentendo la fidelizzazione del produttore".

L’ufficio, gli stabilimenti, i campi erano i suoi luoghi di elezione e il lavoro rappresentava non solo una gioia ma, ricordano i familiari, quasi un gioco dal quale non allontanarsi mai, tanto che fino al mese di luglio, ogni giorno, era in azienda a incontrare i collaboratori, i dipendenti, per informarsi e impartire consigli. Un carattere forte, il suo, sottolinea la figlia Silvia, entusiasta, trascinatore e naturalmente convintissimo delle proprie idee, determinato nel rincorrere sogni e obiettivi, quasi sempre raggiunti. Insomma un leader: "Siamo stati fortunati perché è stato con noi, accompagnandoci in famiglia e nel lavoro, per tanti anni", aggiunge.

La sua presenza era effettivamente costante; l’ultima volta, in forma pubblica, risale a giugno quando l’azienda dedicò una giornata speciale alla ciliegia da record: non poteva mancare all’ennesimo sogno trasformato in realtà.

Alberto Lazzarini