Addio a Serianni, intellettuale "autorevole e gentile"

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Gentile professoressa, grazie per questa lettera che ci consente di ricordare un grande linguista. Anche a me la sua morte ha colpito anche perché l’avevo visto in televisione pochi giorni prima dell’incidente e mi ero trovato d’accordo con lui su molte riflessioni, che egli svolgeva con la consueta calma e classe (una condotta che stride nella Tv urlata e volgare di oggi). Mi permetto di correggerla, però: non è vero che la notizia della sua scomparsa è stata ignorata dai giornali cartacei. Serianni è stato ricordato dai quotidiani, dai siti di informazione online e da alcuni programmi televisivi e su di lui hanno speso parole piene di riconoscenza per la sua attività di linguista e docente il presidente della Repubblica Mattarella, il ministro della cultura Franceschini, il collega dell’Istruzione Bianchi e molti esponenti del mondo universitario italiano. A me è piaciuta la definizione di "autorevole e gentile" e mi resterà scolpita nella memoria la sua figura di intellettuale poco salottiero ma con il sorriso sempre pronto, di studioso che credeva fermamente nella condivisione della cultura e nel senso civico della sua professione, lo stesso sentimento che ne animava le doti di generoso divulgatore, preciso, autorevole, incisivo, eppure mai cattedratico, mai noioso. Celebre la sua battuta sui neologismi: "Sono come i girini, ne nascono moltissimi ma alla fine sono pochi quelli che riescono ad impiantarsi stabilmente".