Addio al pilota Govoni Il signore della Mille Miglia

Si è spento all’età di 90 anni, aveva corso con i grandi dell’automobilismo. Ha conquistato sette titoli italiani e uno europeo nella storica competizione

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Si è spento lunedì a 90 anni, Odoardo Govoni, ‘Dino’ per gli amici, un pilota che ha portato al successo numerose auto in oltre trent’anni di carriera che ha visto intrecciare la sua vita a quella di numerosi nomi altisonanti. Era di XII Morelli, ma veniva soprannominato ‘Il Centese’. E ha saputo prendersi il posto nelle pagine di storia delle quattro ruote, conquistando sette titoli italiani e uno europeo, competitivo nella storica e faticosa Mille Miglia, protagonista di gare, vincitore di cronoscalate e legando il suo nome a doppio filo con la Maserati, a quella ‘Birdcage Tipo 60’ che accompagnò fuori dai saloni modenesi del ‘Tridente’ con la ‘benedizione’ del commendator Adolfo Orsi, portandola nella leggenda. Tempi in cui a far la differenza non era la tecnologia ma il pilota e Govoni, quel talento l’aveva mostrato subito. Dal ’50 in poi, nei notiziari trasmessi al cinema prima della puntata settimanale di ‘Lascia o raddoppia’, spesso Dino e le sue Maserati erano protagonisti, vincitori in competizioni in Europa e paesi dell’est. Una storia costellata anche di incontri con celebrità del tempo come con Domenico Modugno, rimasto in panne a Nonantola, l’amore durato un soffio con la cantante della Rai Nella Colombo, il campione del mondo Juan Manuel Fangio che lo volle in Argentina per correre la Temporada. Tanti ricordi che non saranno persi perché Govoni, grazie al contributo della moglie Laila, di Bernardo Balboni e dello scrittore Maurizio Messori, li aveva resi immortali nel libro ‘Se il vento non ha colpa’, presentato nel 2018 con la collaborazione di Famiglia Centese con Giuseppe Sitta. Episodi come il ‘matrimonio mancato’ tra la Ferrari e Govoni a causa di una telefonata persa. Ma anche momenti tristi, come quando vide morire sotto i suoi occhi il pilota Eugenio Castellotti, fidanzato dell’attrice Delia Scala, durante le prove private all’autodromo di Modena del 1957. Poi ancora il Giro d’Italia, che univa prove in circuito a cronoscalate, formula particolarmente adatta alle doti di un pilota eclettico come Govoni, le tante edizioni della Targa Florio, decine di vittorie, numerosi record infranti. E 30 anni di attività in prima linea di questo grande pilota che non aveva mai lasciato la sua XII Morelli, figlio di Gigi Govoni titolare del macello che diede lavoro a tutta la frazione e al quale è intestato la piazza. L’ultimo saluto a Odoardo Dino Govoni sarà domani alle 15 alla Basilica di San Biagio per poi essere tumulato nella tomba di famiglia al cimitero di Renazzo.

Laura Guerra