
L’inchiesta è portata avanti dai carabinieri, coordinati dalla Procura di Bologna
"La misura da adottare, vista la gravità del reato contestato dalla Procura di Bologna, a tutela della minore coinvolta e a garanzia dell’indagato, doveva essere una sola: assegnare temporaneamente il docente ad altra mansione. Qui si è perso troppo tempo, procederemo di conseguenza per vie legali contro la scuola". La famiglia della giovanissima studentessa (meno di 14 anni) di una scuola media ferrarese, parte lesa nell’inchiesta che vede uno suoi professori indagato per adescamento, non è più disposta ad attendere. Ed è l’avvocato Simone Bianchi a mettere i punti fermi. "Il tutor-controllore messo durante le sue lezioni nella classe della giovane, è una figura del tutto insufficiente e non certamente a tutela della vittima. Stesso ragionamento lo ha fatto la psicologa Paola Bastianoni, le cui parole dette ieri al Carlino le ho molto apprezzate". Subito l’aggiunta: "La presenza dell’insegnante in classe, comporta inevitabilmente interazione con lei e in questa fase non è accettabile".
Il caso è venuto alla luce il 4 dicembre quando la mamma della piccola vittima ha scoperto la chat nel telefonino della figlia. "Oltre diecimila messaggi", scrive il consulente del pm Augusto Borghini, scambiati tra il 7 novembre e il 16 dicembre, giorno della perquisizione dei carabinieri nella scuola e del sequestro di tutti gli apparecchi elettronici del 48enne. "Quei messaggi – chiosa il legale – sono inequivocabili, lo dicono gli stessi inquirenti". Messaggi (diversi) a "sfondo sessuale" che lui, adulto, mandava alla sua studentessa. Dagli iniziali ’buongiorno’ e ’buonasera’, ai complimenti spiccati e continui sull’atteggiamento e soprattutto sull’aspetto fisico non ancora completamente maturo vista la tenera età.
"C’è una perquisizione datata 16 dicembre alla presenza dell’indagato e di un dirigente dell’istituto, ciò vuol dire che la scuola sapeva fin da quella data dell’apertura, perlomeno, di un’indagine nei confronti di uno dei suoi professori. Il quale doveva, per questo, essere assegnato ad altra mansione, garantendone lo stesso trattamento giuridico ed economico in attesa di effettuare e concludere tutti gli accertamenti ritenuti opportuni dall’istituto". Non solo. Qualcuno, addirittura, aveva ventilato l’idea che toccasse alla famiglia della minorenne spostarla in altra scuola. Cosa che il legale rigetta con forza: "Sarebbe stato un errore clamoroso, così facendo lei, da vittima qual è, si sarebbe sentita responsabile". Ed ecco, allora, le decisione forte: "O la scuola prende oggi immediati provvedimenti o all’inizio della settimana prossima ci attiveremo in ogni sede di nostra competenza per avere tutte le risposte oggi non date e un provvedimento realmente idoneo a tutelare la minore in questa delicatissima fase".
Non è ancora finita. Già, perché la richiesta di fare piena luce potrebbe essere indirizzata direttamente a Roma, per richiedere una ispezione ministeriale nel plesso. "Ho letto dalla stampa – chiude il legale – che è stato interessato anche il ministro all’Istruzione, Giuseppe Valditara, auspico quindi che valuti l’opportunità di mandare i suoi ispettori per accertare se effettivamente è stato fatto tutto quanto il sistema istruzione doveva fare". Ieri, in tarda serata, il primo passo degli uffici regionali dell’istruzione, con la sospensione cautelativa del docente.