Ferrara, adescava minorenni al parco. A processo

Un uomo accusato di aver importunato alcuni ragazzini con discorsi e immagini esplicite

Parco (Newpress)

Parco (Newpress)

Ferrara, 11 giugno 2016-  «Mentre eravamo sullo scivolo, ci chiedeva di metterci in determinate posizioni per fotografarci, chiedendoci anche di allargare le gambe, sempre con riferimento alle parti intime». E’ il racconto choc di una ragazza oggi appena maggiorenne ma all’epoca dei fatti 13enne, per alcuni episodi che sono avvenuti in un parco di Sant’Agostino, dove un uomo avrebbe tentato di adescare un gruppo di giovanissimi che andavano lì quasi tutti i pomeriggi per giocare e svagarsi. Oggi quell’uomo, sulla quarantina, si trova a processo con l’accusa di corruzione e adescamento di minorenni. In quel periodo - era il 2014 - prima li avrebbe avvicinati in modi quasi paterni, per attirare la loro fiducia, dispensando consigli su come si sarebbero dovuti comportare per non correre pericoli quando magari uscivano la sera oppure andavano in discoteca.

Poi, nei giorni successivi, avrebbe iniziato ad affrontare ‘certi’ argomenti, con una serie di discorsi tutti a sfondo sessuale. Avrebbe anche regalato a uno di loro, l’unico maschio di un gruppetto di tre persone, un libro sul kamasutra e una chiavetta usb contenente svariate fotografie, alcune che ritraevano i ragazzini stessi, altre esplicitamente erotiche, nelle quali sembra che fosse persino rappresentata la moglie nuda. Il problema è che quelle che avrebbero potute essere le prove più importanti del processo, cioè il libro e la chiavetta usb, non si trovano più. 

«In un’occasione mi ha chiesto un bacio, ma non ha mai avuto un approccio sessuale», ha aggiunto la giovane testimone in aula spiegando poi che qualche contatto fisico si è limitato a piccoli strattonamenti, al braccio. La ragazzina è l’unica tra i coetanei ad essersi costituita parte civile, assistita dall’avvocato Enrico Tassinari. La denuncia è scattata dopo che un genitore aveva notato che questo singolare soggetto si avvicinava troppo spesso al gruppetto  e si era insospettito. Aveva quindi informato   i genitori, i quali parlando con i propri figli scoprirono che c’erano da parte dell’uomo torbidi interessi nei loro confronti. Per la difesa, rappresentata dall’avvocato Barbara Iannuccelli di Bologna, però, si tratta di «un grandissimo equivoco. Ci sono state probabilmente delle leggerezze da parte del mio assistito, ma siamo lontanissimi dalla figura che è stata dipinta».