"Adottiamo in città il modello Bonaccini Il Pd si apra al centro"

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di Federico Di Bisceglie

FERRARA

La bussola punta al centro. Tornare a "essere popolari, tra la gente". I riferimenti culturali del segretario del Pd richiamano la dottrina di don Sturzo. E, nella declinazione territoriale sui commenti post elezioni, sono un balsamo per lenire la ferita. Più a livello nazionale, rispetto al provinciale per il Pd. Anche se, non avere parlamentari del centrosinistra dopo lustri, è un fardello di non poco conto. "Ma in città, il Pd ha retto l’urto e la valanga meloniana. Tanto che, in alcune sezioni, siamo ancora primi". Il segretario comunale dem, Alessandro Talmelli si mette in discussione ma parte dal valutare "un buon lavoro fatto dalle segreterie".

Talmelli, mi sembra una lettura un po’ troppo generosa.

"Tutt’altro, è basata sui numeri e su dati oggettivi: nel 2019 (alle amministrative) il Pd ha raccolto il 24% dei consensi, oggi siamo al 26% in sostanziale pareggio con FdI. Pur riconoscendo le differenze tra i due appuntamenti elettorali, questo è indice del fatto che il Pd in città è ancora forte. Malgrado sia comunque una sconfitta".

Nelle frazioni non si può dire lo stesso.

"Durante il mio mandato di segretario comunale sto concentrando molte forze, assieme ai tanti giovani del Pd, proprio nelle frazioni. Un impegno che abbiamo tutta l’intenzione di portare avanti e di rafforzare, in ottica del 2024. Mi faccia dire però che, nei quartieri cittadini sui quali la Lega ha puntato molto e ha riscosso tanto del suo successo nel ’19, oggi vedono il Pd primeggiare. Il caso di via Cesare Battisti è emblematico in questo senso. Queste elezioni hanno consegnato un risultato molto più preoccupante a destra che a sinistra, nella Lega in primis".

A Cento, città amministrata dal centrosinistra, il Pd perde. Come se lo spiega?

"Cento è una realtà molto particolare nella quale persiste una componente di civismo molto forte sulla quale occorre ragionare".

Anche a Ferrara è stata determinante la componente civica per l’affermazione del centrodestra. Voi come vi ponete in questo senso?

"Il Pd, pur dovendo aprire una riflessione anche interna, deve essere un partito aperto. Anche ai civici. Per trainare la coalizione bisogna adottare il ’modello Bonaccini’".

È una mano tesa al Terzo Polo?

"Abbiamo visto che in Regione l’alleanza che compone la maggioranza che sostiene Bonaccini va da Azione alla sinistra. Per cui, secondo me, anche qui sarebbe da adottare la stessa logica ’inclusiva’ se vogliamo avere la speranza di ’toccare palla’. Deve essere chiaro, però, un punto: il Pd traina la coalizione. Dunque qualsiasi ragionamento volto al suo indebolimento è irricevibile".

State già pensando a un nome che possa candidarsi a sindaco nel 2024?

"Non stiamo ragionando sui nomi, cerchiamo prima di ragionare sui programmi e sulle idee di sviluppo per la città. Poi, fortunatamente, al Pd le personalità non mancano".