
Filippo Turetta, reo confesso dell’omicidio di Giulia Cecchettin
Sui social commentava con il nomignolo di Zeus. Nei post inneggiava a Filippo Turetta, il giovane reo confesso dell’omicidio della 22enne Giulia Cecchettin, definendolo un esempio e un modello. Fortunatamente, anche grazie al tempestivo intervento dei carabinieri, quel 20enne ferrarese non ha seguito le orme del suo ‘idolo’. I militari lo hanno infatti arrestato nel Vicentino, dopo l’aggressione e le minacce alla ex compagna che in quel momento si trovava a Mirano, in provincia di Venezia.
Oggi, a quanto si apprende, il 20enne è ricoverato nel reparto di Psichiatria dell’ospedale di Cona. Si dice pentito di quanto ha fatto e promette che non riaccadrà. Nel frattempo dichiara di avere avuto un colloquio con Gino Cecchettin, padre di Giulia, che per primo aveva acceso i riflettori sulla vicenda del giovane ferrarese. "Ho parlato con Gino Cecchettin – scrive su Instagram il ragazzo, che nel frattempo ha cambiato il proprio nickname in Lupusbonum –, mi sono commosso perché è una persona davvero meravigliosa, da prendere come esempio. Mi ha perdonato e io gli sono davvero tanto riconoscente. Ho tanta stima per lui e gli auguro tutto il meglio. Forse un giorno riusciremo a incontrarci per un abbraccio veloce".
La vicenda giunta ieri a questo epilogo, ha preso le mosse mercoledì, durante un intervento del padre della giovane assassinata, chiamato a parlare di violenza di genere a Milano. In quell’occasione, Cecchettin fece riferimento al ‘tifoso’ del killer, affermando che avrebbe voluto parlare con chi erge Turetta a modello. Il caso ha voltuo che, proprio in quelle ore, Zeus venisse fermato dai carabinieri in provincia di Vicenza. Il ragazzo era stato denunciato dalla ex, la quale negli ultimi tempi aveva trovato rifugio dal alcuni parenti pare proprio per sfuggire ai comportamenti del giovane ferrarese. Su input dei colleghi estensi, i militari veneti lo hanno dunque individuato e bloccato alla stazione di un paese del Vicentino. Il giorno successivo, il ragazzo era stato rilasciato con l’obbligo di firma quattro volte a settimana ai carabinieri di Ferrara. Ma nemmeno questo lo aveva fermato. A quanto pare, infatti, nei giorni successivi il giovane aveva raggiunto Civitavecchia, dove vive un’altra sua ex.
È stato però l’ultimo viaggio, prima di quello che lo ha portato tra le corsie del reparto di Psichiatria del Sant’Anna. Con il ricovero è arrivato anche il tempo delle scuse. Sui social il 20enne ha spiegato che quando ha scritto quelle frasi irripetibili e compiuto quei gesti agghiaccianti non era in sé. Infine, la conversazione con Gino Cecchettin. Chissà che quello scambio di battute con chi l’orrore a cui Zeus inneggiava lo ha vissuto sulla propria pelle non possa fargli ritrovare la retta via.
f. m.