Al pronto soccorso con l’influenza Tra il 6 e il 7 per cento degli accessi

Virus stagionale, picco atteso verso la fine dell’anno. Sarà in concomitanza con le infezioni da Covid. L’assessore Donini: "Rischio pressione sugli ospedali". Casaroli (Fimmg): "La campagna vaccinale va bene"

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di Federico Malavasi

L’influenza stagionale ‘morde’ e si somma ai contagi da Covid. Una combinazione che, per le situazioni più gravi, va a incidere sull’affluenza nei pronto soccorso. Per quanto riguarda la prima, i casi si stanno moltiplicando e il picco, come da tradizione, è atteso tra la fine dell’anno e la prima quindicina di gennaio. Su questo fronte si registra però un dato positivo: quello della campagna vaccinale che, stando alle stime dei medici di base, sta andando piuttosto bene. Ne sa qualcosa il segretario provinciale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale), Claudio Casaroli. La sua Medicina di gruppo (circa tredicimila pazienti assistiti) ha quasi terminato le dosi assegnate dall’Ausl. "Il vaccino contro l’influenza stagionale sta viaggiando a buon ritmo e siamo in linea con gli anni scorsi – spiega –. Quest’anno, poi, lo si somministra anche in concomitanza con quello anti Covid. Giovedì 15 avremo una riunione di comitato aziendale e avremo i dati aggiornati sull’andamento dell’influenza". Per quanto riguarda il 2022, il virus stagionale non sembra diverso da quello degli anni scorsi, seppur con qualche punta un po’ più severa. "Come al solito – aggiunge il segretario della Fimmg – abbiamo forme che colpiscono le alte vie aeree e possiamo avere bronchiti un po’ accentuate con qualche focolaio broncopneumonico. In ogni caso, evolve come ogni altra forma influenzale che si conosce: febbre per qualche giorno, dolori articolari, mialgie, tosse e mal di gola".

Anche quest’anno, l’influenza stagionale circola insieme al Covid che però, spiega Casaroli, "ha una pericolosità ridotta. Rimane una forma importante ma, grazie alla campagna vaccinale, la stragrande maggioranza dei casi si risolve senza problemi. Ormai ben oltre il 90% dei pazienti ha concluso il primo ciclo vaccinale. Molti stanno facendo la quarta dose e alcuni addirittura la quinta". La concomitanza tra Covid e influenza porta però a puntare gli occhi sui pronto soccorso, soprattutto in attesa del picco del malanno stagionale. Un tema sul quale nei giorni scorsi si è soffermato anche l’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini. In Emilia-Romagna, ha detto Donini a margine di un’iniziativa nel Bolognese, "la situazione è ovviamente in espansione per quanto riguarda sia i contagi sia i ricoveri per Covid, associati a un’ondata influenzale che sembra un pochino più acuta dei precedenti virus stagionali. Questo comporta anche una pressione sugli ospedali, che si stanno organizzando per dare adeguate risposte ai cittadini in termini di presa in carico, assistenza e cura". Quella in corso, dunque, "è un’ulteriore prova di stress e di difficoltà che dobbiamo gestire e lo stiamo facendo coordinandoci tra strutture. Ci stiamo organizzando per reggere anche questo".

Al pronto soccorso dell’ospedale di Cona gli accessi con sintomatologie di tipo influenzale (non Covid) sono stimate tra il 6 e il 7% del totale. Per quanto riguarda le altre strutture della provincia, soltanto nell’ultima settimana a Cento sono arrivati 21 pazienti con febbre (il 4,9% del totale degli accessi). Dieci sono risultati positivi al Covid, gli altri undici quindi avevano con ogni probabilità contratto il virus stagionale. Al Delta su 25 accessi con febbre (5,2% del totale), dieci sono quelli con probabile influenza. Ad Argenta, infine, su undici pazienti febbricitanti (3,9% del totale), sette sono risultate probabili influenze mentre gli altri quattro sono risultati positivi al Covid.