"Aldi a San Giorgio, troppi errori Aree collettive: si cambi passo"

Gli esponenti del Carroccio: "La Giunta ha accettato supinamente un atto della vecchia sinistra"

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"Si è conclusa da qualche giorno la trebbiatura del grano coltivato sui terreni del Comune nella zona di Borgo Punta. Sarebbe interessante sapere se il raccolto di quest’anno sia stato migliore o peggiore di quelli degli anni passati e se il grano raccolto sia già stato venduto o se sia custodito nel “granaio municipale”". Così i consiglieri comunali leghisti Catia Pignatti, Francesca Savini e Luca Caprini. "L’ultimo lotto di 3.000 mq. acquisito dal Comune quale dotazione territoriale del nuovo centro commerciale di San Giorgio – spiegano – è classificato ad area da destinare ad attrezzature e spazi collettivi, ma a tutt’oggi è coltivato, come detto, a frumento. Viste le indicazioni del Psc, forse sarebbe opportuno comunicare ai cittadini se si intenda ancora continuare a seminarvi il grano oppure ad attrezzarlo per gli usi collettivi promessi". "Chiunque abbia un po’ di buon senso – proseguono – si chiede come sia possibile considerare quel campo di grano (che non è in via Caldirolo, ma in fondo a Borgo Punta), uno standard urbanistico dovuto dal centro commerciale di San Giorgio, distante oltre 3 km. I residenti, che si sono visti imporre un ipermercato che non volevano, a causa dei danni che esso reca alle piccole attività economiche e alla viabilità del quartiere, hanno dovuto pure accettare la cancellazione dell’area di mitigazione ambientale prevista nella strumentazione urbanistica dello spazio dell’ex Marechiaro, nonchè il trasferimento in fondo a Borgo Punta dell’intera quota di attrezzature e spazi collettivi. Forse chi ha preso questa decisione ha immaginato che i cittadini di San Giorgio potessero raggiungere in auto o in bici quelle aree pubbliche e sollazzarsi nelle relative stoppie. Se nell’area dell’ex pizzeria non c’erano le superfici sufficienti a contenere l’ipermercato con tutte le dotazioni territoriali richieste, non si doveva dare la concessione, come normalmente avviene. La responsabilità di questa forzatura è della vecchia Giunta di sinistra ma l’attuazione di tale accordo risale al 2020". A questo punto, è doveroso porsi la domanda: con le ultime elezioni amministrative i cittadini hanno voluto cambiare soltanto i suonatori o anche la musica?".