Ferrara, Alessandro Martorana si tuffa nel canale e salva ragazzina. "Non chiamatemi eroe"

L'altra sera, ha messo a rischio la propria vita per liberare una dodicenne intrappolata nell’auto della sorella

Alessandro Martorana

Alessandro Martorana

Ferrara, 15 gennaio 2022 - Ha origini catanesi, vive a Montesanto frazione di Voghiera, terra che ama perché è qui che ha scelto di crescere il figlioletto di tre anni. Alessandro Martorana, 38 anni, autista di camion, è l’angelo del canale ‘Fossa’ di via Fascinata che, l’altra sera, non ha esitato un attimo a tuffarsi per salvare dall’annegamento una ragazzina di 12 anni, dopo che l’auto della sorellastra, con a bordo la piccola, è uscita di strada finendo nelle acque gelide, a San Nicolò di Argenta. E dire che, l’altra sera, quando l’uomo si è trovato di fronte la coda di auto creata dall’incidente, stava quasi per tornare indietro. "Aveva fatto inversione per cercare un altro modo per tornare a casa – sottolinea –. Ma una voce interiore mi ha detto di restare".

E aveva ragione? "Sì, perché, quando sono sceso dall’auto, una ragazza, con gli occhi terrorizzati, mi è venuta incontro chiedendomi aiuto. La sorellina era rimasta intrappolata nell’auto, che ormai era completamente sprofondata nel canale. Alcuni passanti sull’argine stavano assistendo con il cuore in gola alla scena. Non so nuotare, ma mi sono tuffato ugualmente".

Può ricostruire quei minuti al cardiopalma? "Dentro l’abitacolo non si vedeva niente. A tentoni, fra gli oggetti che galleggiavano, ho iniziato a cercare il corpo della bambina. Quando, finalmente, sono riuscito a individuarla, mi sono trovato di fronte un altro imprevisto: la ragazzina era legata con la cintura di sicurezza e non riuscivo a liberarla. Un uomo fra quelli che mi stavano aiutando, mi ha passato un coltello e l’ho tagliata. Ma non è tutto".

Ci racconti… "Non riuscivo a fare forza, perché era avvolto da acqua e fango e un ragazzo, Federico, mi ha aiutato a portare la bambina in salvo. La sorella era in stato di choc, ma lei e poi i soccorsi le hanno praticato il massaggio cardiaco".

E lei dopo cosa ha fatto? "Ho raggiunto la mia auto per scaldarmi: ero in ipotermia. Quando sono uscito dalla macchina, un camionista di passaggio mi ha dato una tuta per cambiare i vestiti fradici. Un vigile del fuoco, invece, mi ha coperto con un giubbotto. In ogni caso, sono andato all’ospedale di Cona, perché, dopo il tuffo nelle acque gelide, era davvero malridotto. Ma prima di andare è successa una cosa che mi ha commosso".

Si spieghi... "Un operatore del 118 mi ha abbracciato perché gli hanno detto che avevo salvato la ragazzina. Del resto, quando mi sono tuffato, un sentimento mi ha guidato per tutto il tempo".

Quale? "Il fatto di essere padre di una bambino di tre anni e, quindi, di mettere nei panni dei genitori di quella ragazzina. Quando ho visto l’auto sparire sott’acqua, ho sentito un brivido freddo lungo la schiena. Dovevo fare qualcosa".

Ha sentito i genitori della bambina? "Sì, la madre mi ha ringraziato ed è questa la cosa più importante per me. Sono un genitore anch’io e so cosa si prova".