Ferrara, a pesca di alghe per salvare le vongole

Goro: i pescatori si mobilitano per salvare gli allevamenti di vongole, Paesanti: "Danni per milioni di euro"

Vadis Paesanti, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna

Vadis Paesanti, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna

Goro (Ferrara), 21 luglio 2022 - "Iples si chiamava mio padre e ho dato il suo nome alla mia nuova barca. Ma spero che arrivino tempi migliori per vararla, in questi giorni siamo alla carità", sono scure le nuvole all’orizzone – e non per la pioggia – di Vadis Paesanti, vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, e dei pescatori della sacca di Goro. "Non possiamo svuotare il mare con le mani", precisa guardando quella massa verde che galleggia sull’acqua. E nemmeno spazzare via con le mani le alghe giganti che si sono formate ormai da oltre un mese e che stanno soffocando le vongole di una delle zone rinomate in Italia per la produzione dei mitili. Ma loro ci provano, con quella testarda tenacia che fa di un uomo un uomo di mare. Sono 1.700 i pescatori in questo specchio d’acqua fra fiume e mare e molti di loro in questi giorni si sono messi stivaloni e tute di gomma per cercare di salvare il salvabile, i molluschi avvinghiati e stretti tra le filamentose braccia delle alghe.

"Tutte le mattine raccogliamo alghe, una lotta senza quartiere", aggiunge Paesanti. Una lotta che si combatte con rudimentali forconi, rastrelli adattati alle onde, con l’acqua fino alla vita a riempire le ceste che in altri tempi hanno ospitato solo vongole e cozze e che adesso ribollono di montagne di alghe. Una battaglia che passa anche dalle macchine. "Usiamo i cosidetti ’salatari’ – precisa –, ma ormai ne sono rimasti pochi perché fino a qualche giorno fa erano uno strumento che non serviva più. Hanno un rullo che gira, viene posato delicatamente sul fondo e viene azionato. Almeno non usi le mani. Viene affittato l’uso a chi li possiede, che viene nell’allevamento e comincia a pulire almeno il fondo". Il caldo tropicale, le acque che ormai stagnano e l’alta salinità hanno fatto lievitare le alghe. Lo stadio successivo è la temutissima ’acqua bianca’, una zona dove la vita è scomparsa.

"Le vongole sono devastate", dice il vicepresidente Confcooperative Fedagripesca Emilia Romagna, una fitta al cuore per uomini e donne che da quei gusci traggono di che vivere. Si parla di un danno di milioni di euro. Rischia di finire in fumo con il raccolto perduto anche l’investimento iniziale. Quei gusci, l’oro di Goro, un business per centinaia di famiglie che si sta inaridendo come il Po. Il miracolo, ma di miracolo si tratta, è nel vento che dovrebbe soffiare forte e per almeno alcuni giorni. Ma qui l’unico sospiro, sospiro grosso, è quello dei pescatori che raccolgono ceste su ceste di ’verdura’. Oltre il vento l’ancora di salvezza è la richiesta al ministero di attivare il fondo nazionale di solidarietà. I rappresentanti dei pescatori ne hanno già parlato con il sindaco Marika Bugnoli. In programma ci sono incontri a Roma. Ma intanto ai pescatori non resta che sperare nel miracolo con le mani affondate in quella melma verde.