Allagamenti e accuse "Campi, un disastro che si poteva evitare Bastava fare i lavori"

Forti polemiche sulla gestione del territorio, Cavalcoli punta il dito. Nella zona di Argenta gli agricoltori hanno perso tutto: "Risarciteci".

Allagamenti e accuse  "Campi, un disastro  che si poteva evitare  Bastava fare i lavori"

Allagamenti e accuse "Campi, un disastro che si poteva evitare Bastava fare i lavori"

di Mario Bovenzi

Oltre 70 ettari di campi allagati, il raccolto completamente andato in fumo. Guarda quella distesa d’acqua che sembra non finire più Alberto Negrini. E’ il titolare dell’azienda agricola Frazchina, nel territorio d’Argenta. E’ tra gli associati di Confagricoltura che versa nella situazione peggiore, in una manciata di ore ha perso tutto.

Il fiume d’acqua scura ha invaso i campi per le piene dei torrenti Idice e Sillaro e l’apertura, del Consorzio della Bonifica Renana, della chiusa Accursi. Una situazione drammatica che è peggiorata anche per la tracimazione della chiusa Cardinala. Un’emergenza che ha trasformato molti terreni tra Argenta e Campotto in un mare. Forte la preoccupazioni per le colture. Grano, sorgo, mais, bietole e medica sono in gran parte sommerse da un metro ed oltre d’acqua. Sos da numerose aziende associate a Confagricoltura che hanno i terreni in quell’area. Il ritorno alla normalità? In questo momento nessuno azzarda previsioni. Basta alzare gli occhi all’orizzonte, enormi specchi d’acqua, diventati un paradiso per oche e anatre, hanno preso il posto dei filari. Il fiume scuro che si è riversato sui terreni, secondo l’associazione di categoria, è da imputare alla chiavica Cardinala, rimasta aperta perché rotta da molti anni. L’arginatura Coronella posta a sua protezione ha ceduto. "La prospettiva che i terreni si asciughino a breve termine è veramente bassa – sottolinea Negrini –, la ripresa sarà estremamente difficile. Ormai le piante di sorgo, medica, grano e soia sono perdute, anche perché da quattro giorni sono sotto un metro d’acqua, ancora oggi questo livello non accenna a diminuire. A preoccuparci – prosegue – è che non possiamo seminare di nuovo, probabilmente non riusciremo ad avere un terreno che ci consenta di lavorare per una seconda semina, questo vorrebbe dire perdere l’intera annata agraria, con danni incalcolabili". Venerdì sono riusciti a mettere in salvo le arnie, evitando ancora perdite. Una speranza c’è. "Di ricevere – conclude Negrini – ristori adeguati per i danni che abbiamo subito".

Danni e perdite totali anche per l’azienda di Claudio Mesini, presidente della sezione cerealicola di Confagricoltura Ferrara. "Sono molto amareggiato – racconta – ho perso l’intero raccolto. Dopo il cedimento dell’arginatura Coronella l’Idice si è praticamente svuotato nei nostri campi. I danni riguardano tutti i 50 ettari dell’azienda dove stavano crescendo barbabietole, grano, orzo, mais ed erba medica. Non si è salvato nulla. Tra perdite del raccolto, spese sostenute per lavorazioni e semina, opere di ripristino che dovremo affrontare, come quella per eliminare tutte le colture che stanno marcendo, abbiamo danni per centinaia di migliaia di euro. Faremo il possibile per avere adeguati risarcimenti – conclude –. Qui non si tratta solo di eventi naturali, ma soprattutto dell’incuria dell’uomo nella manutenzione". A fare il punto il direttore di Confagricoltura Ferrara Paolo Cavalcoli. "La fitta vegetazione che si è nel tempo formata sia all’interno dei corsi d’acqua che nelle golene – sottlinea – forma una sorta di tappo che limita, rallenta e addirittura ostacola il normale deflusso delle acque. Il resto lo fanno le buche scavate da nutrie e istrici che indeboliscono gli argini. Sono certo che con una corretta manutenzione dei canali e delle opere idrauliche (in questo caso la chiusa Cardinala che versa da anni in condizioni di abbandono) questo disastro si sarebbe potuto evitare. Ora servono risarcimenti adeguati per scongiurare la chiusura di aziende che hanno perso il raccolto di un intero anno".