"Nel segreto dell’urna, Dio vi vede, de Pascale no". Con un adagio che richiama Giovannino Guareschi, è il capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia Tommaso Foti a suonare la carica per le regionali. Una sfida "complessa, ma che non abbiamo voluto noi". Sono diverse le stoccate che il parlamentare piacentino sferra all’attuale amministrazione regionale. "Non voglio speculare – dice – ma il fatto che gli amministratori Pd si permettano solo di parlare di alluvione, quando non hanno fatto nulla in questi anni, dimostra il loro scarso senso di responsabilità". Il primo applauso, al palazzo della Racchetta, arriva da una platea che quasi certamente sa di poter ambire ad almeno un consigliere. I quattro candidati – Fausto Gianella, Manuela Rescazzi, Chiara Scaramagli e Alessandro Balboni – sono seduti accanto al senatore che, con Foti, vanta un’amicizia cinquantennale. "L’anno prossimo – così proprio Balboni senior nella sua ‘incursione’ nei ricordi – saranno cinquant’anni di militanza ininterrotta assieme. La fiamma, il desiderio di far qualcosa per la nostra comunità, non è mai venuta meno". Non può mancare nel repertorio di accuse "alla Regione governata unicamente con l’obiettivo di gestire il potere", il capitolo sanità. "Oltre a dimenticare le province ‘ribelli’ di Piacenza e Ferrara – scandisce Foti – l’amministrazione regionale sulla sanità ha solo fatto scelte ideologiche. Poi, sentiamo accuse ridicole al governo da parte della segretaria del Pd, Elly Schlein che evidentemente legge i numeri ma non li capisce". Insomma "la partita è tutta da giocare, ora si entra nel vivo". D’altra parte, conclude Foti, "dal 1970 a oggi il mondo è cambiato. Il governo regionale no: è ora di metterci alla prova". Pronto a raccogliere la sfida, il presidente provinciale Alessandro Balboni. "Il Pd in questi anni non solo ha dimenticato Ferrara, ma ha fatto per città e provincia scelte sbagliate e miopi".
f. d. b.