Alluvione, strage di alberi "I miei frutteti ’affogati’"

Vincenzo Bandiera di Focomorto ha subito danni su settemila metri di terreno

Alluvione, strage di alberi  "I miei frutteti ’affogati’"

Alluvione, strage di alberi "I miei frutteti ’affogati’"

di Matteo Radogna

Più che una striscia di terra, una ferita. Vincenzo Bandiera, 62 anni, guarda il suo frutteto finito sott’acqua con le lacrime agli occhi e la voce rotta dalla frustrazione. Siamo a Focomorto dove la pioggia incessante ha devastato i peschi di un agricoltore storico del Ferrarese. La conta dei danni è appena iniziata: "Sono finiti sott’acqua 6-7 mila metri di frutteti. In questi giorni, dopo la pioggia che ha colpito i miei terreni, ho aspettato che l’acqua si ritirasse. La sopravvivenza dei miei frutteti è appesa a un filo: con i primi caldi di questi giorni, ho potuto constatare che gli apici vegetativi sono piegati. Si tratta di uno dei primi segnali prima che la pianta muoia".

Bandiera attende oggi l’arrivo dei tecnici della Regione per valutare i danni: "Li ho chiamati anche per la perdita del raccolta della soya dovuto ai piccioni – prosegue l’agricoltore –. Sì perché oltre al maltempo anche la fauna crea non pochi danni". E poi ricorda nei giorni scorsi l’alluvione: "Anche nel Ferrarese abbiamo avuto i campi allagati. I miei frutteti sono soltanto uno dei tanti esempi. Ricordo l’acqua a metà gamba e l’impotenza perché nulla avrebbe potuto svuotare il terreno, neanche una grande pompa idrovora. Queste precipitazioni hanno colpito anche il kiwi e altre colture". Riccardo Casotti di Coldiretti prova ad analizzare la situazione: "È difficile fare una stima dei danni per il Ferrarese: bisognerà attendere il caldo per valutare la reazione delle piante andate sott’acqua. Anche i pomodori, una filiera importante, sono stati colpiti dalle forti precipitazioni. Non solo. Anche il grano non ha beneficiato di questa pioggia intensa. L’acqua in grande quantità non fa respirare la pianta che può addirittura morire". Gli fa eco Stefano Calderoni della Cia: "Un altro aspetto da considerare è che il frutto si gonfia a causa dell’acqua e si formano delle crepe. Così non è più commercializzabile". A tutto questo si aggiungono i danni alle ciliege e albicocche: "Anche qui – conclude Calderoni – gli agricoltori hanno subito ripercussioni. È importante che la nostra provincia ottenga i contributi necessari, alla luce dei danni dovuti dal maltempo".