Amianto killer a Ferrara, la strage invisibile "Le più colpite sono le donne"

Il presidente di Afeva Andrea Caselli mette in guardia: "Si ammalano ancora dieci persone all’anno". La malattia si manifesta anche dopo trent’anni e si è diffusa nel Ferrarese anche a causa degli zuccherifici

I tecnici impegnati nella bonifica dell’amianto (foto di repertorio)

I tecnici impegnati nella bonifica dell’amianto (foto di repertorio)

Ferrara, 1 maggio 2022 - Dei tanti zuccherifici presenti nel Ferrarese non è rimasto quasi più nulla. Oggi le aree, una volta occupate dagli stabilimenti saccariferi, sono un cimitero di fabbriche dismesse, ferraglia arrugginita. Impianti fatti a spezzatino e poi venduti. Ma anche dell’età ormai remota in cui quegli stabilimenti erano il dominus assoluto rimane qualcosa: le malattie da esposizione ad amianto per le quali in tanti sono morti e in tantissimi cercano di ottenere indennizzi per il danno alla salute subito. Oggi il pericolo non viene più da questi impianti saccariferi, ma dai cantieri edili, spuntati come funghi grazie al Superbonus. I muratori spesso corrono il rischio di trovarsi a contatto con l’amianto. E così la strage silenziosa continua. "Questa malattia è come il Covid ma meno manifesta – sottolinea il presidente regionale di Afeva (associazione familiari e vittime amianto) Andrea Caselli –. Continua a mietere vittime. A Ferrara negli ultimi anni i pazienti a cui è stata diagnostico il tumore del mesotelioma si sono assestati sui dieci o dodici all’anno. L’aspettativa di vita è intorno a un anno. Sono persone che difficilmente possono salvarsi, in quanto questo tumore è fra i più aggressivi. Non esiste una cura efficace".

A Ferrara l’annus horribilis fu il 2015 con 23 casi diagnosticati di mesotelioma. Più in generale, tra il 1996 e il 2021, sono stati oltre trecento i casi riscontrati a Ferrara: uno dei tassi più alti della regione. Nello stesso periodo, in tutta l’Emilia Romagna, sono stati 3186 i casi diagnosticati. "Teoricamente, quando si parla del tumore connesso all’amianto, si fa riferimento agli edifici industriali – prosegue Caselli –. Invece, con la bonifica di molti siti (ma ancora ne restano), il pericolo si è spostato sui cantieri edili chiamati a ristrutturare vecchi palazzi dove sono presenti le fibre di amianto". Afeva raccoglie le segnalazioni anche sui luoghi di lavoro insalubri: "Sì, ci occupiamo anche di questo aspetto, ma anche ti mettere in relazione con i centri specifici chi è stato a contatto con l’amianto. Molti non vogliono sottoporsi alle analisi per paura che venga riscontrato. Questa malattia può insorgere dopo quindici anni. A volte anche dopo trent’anni". Dal 2017 i casi di mesotelioma sono in calo. Dopo aver toccato i picchi di 4,9 casi ogni 100mila persone nel 2011 e nel 2012 tra gli uomini e di 1,9 casi su 100mila tra le donne nel 2013, i tassi di incidenza, secondo il centro operativo regionale, si sono attestati sui 4,2 casi ogni 100mila persone tra gli uomini e 1,2 ogni 100mila tra le donne. Questo calo è probabilmente un effetto positivo della messa fuori legge dell’amianto del 1992.

Soffermandosi sui dati delle diverse province, secondo il Cor l’incidenza più alta del mesotelioma è nelle province di Reggio Emilia, dove c’erano le Officine reggiane e un’alta concentrazione di aziende che costruivano manufatti in cemento-amianto (otto sulle 10 in regione, le altre erano in provincia di Modena e in provincia di Ferrara), e Ferrara, dove c’erano gli zuccherifici e il petrolchimico. A Reggio sono stati infatti documentati 379 casi, mentre a Ferrara sono 308 (con incidenza di 5,1 tra gli uomini e di 1,9 tra le donne). Caselli, nonostante il calo, mette in guardia: "Avanza una corrente di pensiero dentro le istituzioni a considerare l’amianto un problema del passato, nelle aule giudiziarie è sempre più difficile

realizzare una giustizia compiuta ed accertare le responsabilità penali, le bonifiche procedono lentamente e non si hanno risposte convincenti sullo smaltimento". Per Caselli, infine, "c’è ancora molta strada da fare e noi resteremo vigili".