Pacchi esplosivi, anarchico ‘ferrarese’ muto davanti al giudice

Giuseppe Bruna si è avvalso della facoltà di non rispondere. Le indagini ricostruiscono i suoi contatti con la galassia dell’insurrezionalismo greco

Carabinieri del Ros(Foto di repertorio)

Carabinieri del Ros(Foto di repertorio)

Ferrara, 24 maggio 2019 - La ragnatela di contatti degli anarchici arrestati nei giorni scorsi travalica i confini nazionali. In particolare, spiegano gli inquirenti nell’ordinanza, proprio quella intessuta da Giuseppe Bruna, il 49enne arrestato a Ferrara nell’ambito della stessa operazione nella quale sono finiti in manette anche la torinese Natascia Savio e il modenese Robert Firozpoor. Il trio è accusato di aver inviato plichi bomba (fortunatamente mai esplosi) a due magistrati e al direttore del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. I fatti risalgono al giugno del 2017. Bruna, secondo la ricostruzione di carabinieri e magistrati, avrebbe intrattenuto legami con realtà anarchiche greche, ritenute particolarmente attive e pericolose. Il dettaglio emerge ancora una volta da un’intercettazione nella quale il 49enne originario della Sicilia parla con Savio e Firozpoor.

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L’arrestato, si legge nelle carte dell’inchiesta, racconta «di essere già stato in Grecia e di avere partecipato con alcuni compagni ad attività d’area». Di più. Bruna spiega che, «vista la delicatezza delle lotte condotte dai compagni greci in quel periodo, vigevano regole molto rigide sui comportamenti da evitare» per non rischiare di incappare in un controllo di polizia.

Nello stesso contesto i presenti fanno cenno anche a un viaggio che, a breve, Bruna e Firozpoor avrebbero dovuto intraprendere. Quello che non sapevano è che sulle loro tracce c’erano già i militari del Ros. In stretto contatto con la polizia greca è stato eseguito un servizio di controllo all’estero, dalla partenza al ritorno. Insomma, un ulteriore dettaglio che consente agli inquirenti di delineare la stabilità e solidità dei contatti dei tre indagati «con militanti anarco-insurrezionalisti, anche di particolare spessore e pericolosità». Dopo la cattura, avvenuta lunedì all’alba, ieri è stato il giorno degli interrogatori di garanzia nel carcere milanese di Opera. Davanti al gip meneghino Stefania Pepe, Bruna e Natascia Savio sono rimasti in silenzio. Poche dichiarazioni spontanee, invece, da parte di Firozpoor. «Faccio l’infermiere – ha detto prima di avvalersi anche lui della facoltà di non rispondere –, aiuto le persone anziane, faccio un lavoro incompatibile con la gravità dei fatti che mi vengono contestati». Per quanto riguarda i risvolti ferraresi, infine, Bruna risultava da queste parti quasi ‘per caso’. Nonostante nella nostra città fosse recluso un pezzo da novanta dell’anarchismo, Alfredo Cospito, l’arrivo a Ferrara del 49enne sarebbe da ricondurre esclusivamente all’impiego trovato in una casa di riposo per anziani del centro. Nonostante abitasse da qualche giorno in via Saraceno, Bruna risultava residente a Genova e, almeno fino all’altro giorno, era sconosciuto alle forze dell’ordine per questioni riguardanti il nostro territorio.

Federico Malavasi