FEDERICO MALAVASI
Cronaca

Ancora aggressioni all’Arginone. Detenuto rompe il naso a un agente

L’allarme del sindacato Sappe, lo stesso in passato aveva scagliato una sedia addosso al comandante "Chiediamo che vengano individuate strutture dedicate ai soggetti violenti in regime detentivo chiuso".

Nuovo episodio di violenza tra le mura del carcere dell’Arginone. A farne le spese, ancora una volta, è stato un ispettore di polizia penitenziaria. L’operatore, stando a quanto riportato dai sindacati, ha rimediato una frattura del naso a seguito dell’aggressione da parte di un detenuto. Come spesso accade in episodi del genere, l’autore del gesto sarebbe una persona con problemi di natura psichiatrica e non nuovo a intemperanze. Avrebbe infatti alle spalle numerosi rapporti disciplinari per fatti analoghi. Non ultima, un’aggressione ai danni del comandante della polizia penitenziaria, a cui aveva scagliato una sedia addosso. Per quanto riguarda l’ultimo episodio in ordine di tempo, il poliziotto ferito ne è uscito con una prognosi di dieci giorni. Duro l’intervento del Sappe, che è tornato a intervenire per voce di Giovanni Battista Durante, segretario generale aggiunto, e Francesco Campobasso, segretario nazionale. "Ricordiamo che ogni anno la polizia penitenziaria subisce più di 1.500 aggressioni e nelle carceri si verificano circa 10mila eventi critici – affermano i vertici del sindacato –. Chiediamo da tempo che vengano individuate delle strutture dedicate ai detenuti violenti, dove fargli scontare la pena in regime detentivo chiuso, fino a quando non imparano a rispettare le regole". L’episodio segnalato dal Sappe arriva a una settimana esatta da un altro caso simile. Giovedì scorso, un detenuto aveva assalito un poliziotto afferrandolo per il collo e generando momenti di tensione tra le mura della casa circondariale. Criticità che testimoniano come quella della violenza sugli operatori sia un’emergenza ancora attuale, anche dietro le sbarre dell’Arginone.

Nel frattempo, il garante regionale per i detenuti ha illustrato un progetto per monitorare le camere di sicurezza nei presidi delle forze di polizia presenti in regione. "L’iniziativa – spiega il garante Roberto Cavalieri – ha come obiettivo la raccolta e l’analisi di informazioni esistenti e visite specifiche di tutte le camere di sicurezza presenti nel territorio emiliano-romagnolo". In via preliminare, in collaborazione con l’Unità privazione della libertà da parte delle forze di polizia dell’ufficio del Garante nazionale, coordinato da Anna Rita Di Vittorio, lo staff del garante regionale ha provveduto a mappare tutti i luoghi oggetto del monitoraggio. Cavalieri precisa che "questo ambito di privazione della libertà non era stato a oggi adeguatamente esplorato, nonostante l’Emilia-Romagna si configuri come terza regione in Italia per transito di persone nelle camere di sicurezza".

f. m.