
Anche ieri braccia incrociate dei ferrovieri, il piazzale della stazione era un deserto "Chi può ricorre ad altri mezzi. Fino all’ultimo non sai se il tuo convoglio arriverà".
Quando vede, laggiù in fondo, il lucido muso del suo treno, sente la voglia di urlare al miracolo. Avanza sui binari, si ferma nei freni che stridono, le porte si aprono. Non è un miraggio. Sofia, nello zainetto la speranza, in mano il cellulare ormai pronta a chiamare papà, sale. Anche oggi potrà andare all’università a Bologna. Scena da uno sciopero, otto ore di stop. L’agitazione convocata da Fast-Confsal, Orsa Ferrovie e Ugl Ferrovieri. Braccia incrociate del personale Fsi, Italo, Trenord e Trenitalia Tper. Sulla linea, a livello nazionale, ritardi di circa 30 minuti.
E’ andata bene, almeno alla partenza, a Jacopo Fioravanti. Lavora a Bologna per un’impresa. Sale in carrozza ogni mattina, alle 7,05. Il treno è il 3961. "E’ arrivato in perfetto orario – racconta, durante una pausa dal lavoro –. Il treno che ho preso è in quella che viene definita una fascia di garanzia". Un convoglio garantito, ma sempre fino ad un certo punto. "Quell’espressione vuol dire – spiega dall’alto della sua lunga esperienza tra frenate, scossoni, display e biglietti che aumentano – che il treno ci sarà, ma non è un’assicurazione contro i ritardi". Un terno al lotto sapere quando arriverà. Fioravanti sale sul bus. E solo quando arriverà nell’atrio della stazione scoprirà se il treno delle 18,10, direzione Ferrara – in fondo al binario la sua casa, cena e tv – sarà in orario. "Incrociamo le dita", afferma, facendo appello ad un pizzico di filosofia. Quella stessa filosofia che gli fa dire: "I treni, la scelta più intelligente. Ma devono andare meglio. Anche se io non mi stancherò mai di difenderli. Gli scioperi? Ormai un fenomeno fisiologico". Di cui è rimasto vittima qualche volta, quando è capitato nel bel mezzo di vertenze molto tese, i treni a volte proprio cancellati. Massimiliano Vicentini, segretario Fit Cisl, spiega uno dei motivi che hanno portato al nuovo braccio di ferro. "Le ferrovie – precisa – pretendono di negare il diritto di sciopero nella giornata di domenica. Si tratta di un giorno lavorativo a tutti gli effetti per chi opera sui treni, quindi per quanto ci riguarda il diritto di sciopero va esteso anche a quella giornata". I sindacati faranno ricorso, si rivolgeranno al tribunale perché si arrivi ad un pronunciamento sulla questione. Nubi. Ma anche schiarite all’orizzonte. C’è stato un incontro con l’amministratore delegato Stefano Antonio Donnarumma, nei prossimi giorni dovrebbe esserci il rinnovo del contratto dei ferrovieri, scaduto da un anno e mezzo. Così Orsa Ferrovie spiega i motivi che hanno portato ad incrociare le braccia. "I provvedimenti adottati dalla commissione di garanzia penalizzano l’utenza, alimentando una moltiplicazione degli scioperi nei giorni lavorativi a danno dei pendolari e al contempo compromettono gravemente l’efficacia dello sciopero".
Sindacati e pendolari. Fabio Businaro è presidente dell’associazione pendolari della tratta Bologna-Portomaggiore. Segue la situazione via web. "Per ora – afferma, è circa mezzogiorno – su questa linea stanno circolando tutti i treni, non ci sono ritardi, cancellazioni". Il problema sono i lavori. In particolare quelli per l’interramento a Roveri, Bologna. Lavori che hanno provocato ritardi e disagi. Poca gente ieri mattina in stazione a Ferrara. I pendolari ormai viaggiano sul web, gli occhi incollati a scioperi e vertenze. Tommaso Rimessi fa il tassista. E’ lì con i colleghi, aspettano nel deserto del piazzale. Una giornata di stanca, chi ha potuto ha evitato la stazione e i treni. I miracoli non si ripetono.