Andrea Bisciotti "Così ho scoperto come recuperare i rifiuti dei cantieri"

Intervista al dottorando del Dipartimento di Fisica Unife che ha vinto il Premio Sostenibilità dell’Associazione mondiale della strada.

Il ricercatore

Il ricercatore

di Lucia

Bianchini

È il dottorando dell’Università di Ferrara Andrea Bisciotti il vincitore del premio Sostenibilità di Piarc, l’Associazione mondiale della strada. Il progetto sarà pubblicato nella collana ’Le Strade del Futuro’ della casa editrice Dei e sarà presentato al padiglione Italia durante il XXVII PIARC World Road Congress a Praga il prossimo ottobre. Andrea Bisciotti ha raccontato i suoi studi e i suoi progetti.

Qual è il percorso che l’ha portata a questo dottorato?

"Dopo il diploma da Perito Chimico e il corso di laurea in Scienze Geologiche a Perugia mi sono appassionato alla mineralogia e allo studio dei materiali da costruzione nel laboratorio della professoressa Paola Comodi dove ho acquisito le competenze che mi hanno portato a vincere il posto di dottorato qui a Ferrara, dove sapevo che lavora il professor Giuseppe Cruciani, mio attuale supervisor, uno tra i più importanti mineralisti ed esperti di cementi in Italia".

Può spiegarci meglio in che cosa consiste la sua ricerca?

"La ricerca per cui sono stato premiato si basa sullo sviluppo di impianti industriali per la separazione di rifiuti prodotti durante le operazioni di cantiere, di costruzione, che con questi impianti possono essere separati su base composizionale e quindi le diverse frazioni, ad esempio calcestruzzo, cemento, gesso, pigmenti, ceramiche, possono essere reimpiegati, per creare nuovi materiali per edilizia, in un’ottica di economia circolare, cosa che oggi non viene fatta. Nel progetto si presenta il funzionamento di un impianto che usa videocamere iperspettrali e calibrazioni mineralogiche per distinguere le composizioni dei materiali e separarli in base alla tipologia". Che effetto le ha fatto ricevere questo premio?

"Sicuramente è un’onorificenza importante che aiuta molto a rimanere motivati per chi come me si occupa di ricerca e spesso vede i prodotti del lavoro limitati a una stretta cerchia di esperti del settore. Un premio così permette di portare i contenuti del lavoro a un pubblico più vasto, per raggiungere stakeholder e soggetti interessati a livello industriale e al pubblico, perché la tematica dei rifiuti e il contrasto al consumo di risorse vergini tocca tutti".

Ora a che cosa sta lavorando?

"Ora sto lavorando a sistemi per riutilizzare i materiali separati, creando nuovi materiali per l’edilizia e per questo sono attualmente allo Slovenian National Building and Civil Engineering Institute di Lubiana. Quello che otteniamo una volta separati i materiali sono aggregati riciclati, che possono costituire più del 70% del volume del nuovo materiale. Le priorità sono incentivare la separazione e il riutilizzo dei rifiuti e ridurre il consumo di materie prime: riutilizzando si minimizza il consumo di risorse non rinnovabili".

Come si trova ad Unife come spazio di ricerca?

"L’università di Ferrara offre un ambiente molto dinamico per noi studenti e per chi fa ricerca. Ho avuto modo di confrontarmi con molte realtà industriali con cui collaboriamo attivamente nella realizzazione degli impianti che stiamo cercando di sviluppare, sia per aziende che possano poi riutilizzare i materiali riciclati, oltre ad un supporto strumentale e laboratoriale con macchinari all’avanguardia". Che progetti ha per il futuro?

"I risultati fino ad ora raggiunti aprono le porte alla possibilità di creare una startup e alla realizzazione di impianti per questa separazione che oggi non viene fatta o che è molto limitata. Con le competenze acquisite e la possibilità di creare un network con esperti in campo informatico e ingegneristico spero, magari all’interno di Unife, di continuare il mio progetto di dottorato sviluppandolo e rendendolo concreto".