"‘Angeli e diavoli’, in loro ci rispecchiamo"

Simoni esce oggi con il nuovo libro: "La gente ha sempre avuto ‘sete’ del soprannaturale. Tra le pagine anche alcuni miei disegni"

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Lui viaggia in creatività, anche in tempo di pandemia. Scrittore e sempre più divulgatore storico – tant’è che a breve sarà su Sky Arte, insieme ad altri esperti, per parlare di reliquie – esce oggi col nuovo libro, ‘Angeli e Diavoli’ (Einaudi). Un testo che Marcello Simoni definisce "uno zibaldone, una sorta di bottega d’antiquariato" in cui ha raccolto le sue riflessioni. "Non un trattato teologico e men che meno un saggio accademico". Seppure la corposa bibliografia confermi che tutto è stato suffragato da fonti.

Simoni, che miti ha sfatato, sugli angeli e i diavoli?

"Di solito, nei miei lavori, cerco di ‘smontare’ la superstizione in favore della razionalità. In questo libro, invece, ho fatto il contrario: mi sono servito delle credenze più remote, del potere visionario e immaginifico dell’uomo antico e medievale, per scoprire fino a che punto la nostra idea degli angeli e dei diavoli sia debitrice alle culture del passato. E con grande meraviglia ho scoperto che non ci discostiamo molto dal modo di pensare dei Babilonesi".

Il testo, in termini di prenotazioni, è già ai primi posti in classifica nelle sezioni religionespiritualitàfede. Pensa che l’anno appena trascorso abbia indotto i lettori a cercare maggiore conforto in questi temi?

"Che un mio libro sia in testa alle classifiche di spiritualità mi fa un po’ sorridere. In realtà Angeli e Diavoli è un divertissement, una raccolta di curiosità che mi assillano da anni. Al di là del bisogno di conforto legato a questi tempi infami, credo che la gente abbia sempre avuto ‘sete’ del soprannaturale. L’impalpabile ci affascina, a prescindere dal fatto che riguardi la sfuggevolezza degli angeli o il tanfo sulfureo dei demoni".

Ogni capitolo è introdotto da un suo disegno, senza le suggestioni dei colori. Come ha voluto rappresentare chi, nell’immaginario comune, obbedisce e chi si ribella?

"Attingendo in primo luogo dall’iconografia antica. I miei disegni riproducono per buona parte dettagli di miniature, mosaici e affreschi medievali. Visualizzare un concetto, per me, è sempre stato una necessità, anche quando lavoro a un romanzo. Fra le pagine del libro troverete però anche disegni nati dalla mia suggestione, come l’angelo ribelle Azazel punito da Dio e la diavolessa Obizouth incatenata da re Salomone".

Favole, leggende, fumetti, serie tv. Cosa attrae tanto, nei secoli, degli angeli e dei diavoli, che evocano comunque, anche in chi non ha particolari conoscenze bibliche e storiche, il bene e il male, la luce e l’oscurità?

"Come spiego nell’apertura del mio libro, angeli e diavoli sono diventati, nel corso dei secoli, una sorta di simbolo dualistico del subcosciente collettivo. E questo perché nella loro figura tendiamo a rispecchiarci di continuo, nel bene e nel male, a prescindere dal fatto che esistano o meno".

Camilla Ghedini