Anna Quarzi (Isco): "Il ruolo cruciale delle madri costituenti"

di Anna Quarzi

Questi i nomi: Adele Bej, Nadia Gallico Spano, Leonilde Jotti, Teresa Mattei, Angiola Minella, Rita Montagnana, Teresa Noce Longo, Elettra Pollastrini, Maria Maddalena Rossi del Partito Comunista; Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter Jervolino, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Guidi Cingolani, Maria Nicotra Fiorini, Vittoria Titomanlio della Democrazia Cristiana; Angelina Livia Merlin e Bianca Bianchi del Partito Socialista; infine, Ottavia Penna Buscemi della lista “Uomo Qualunque”. Il 25 giugno si insediarono nell’Assemblea Costituente e cinque di loro entrarono a fare parte della ristretta Commissione dei 75 che aveva il compito di stilare il progetto della nuova Costituzione da presentare poi all’Assemblea. Un momento storico straordinario per l’Italia. Molte avevano partecipato attivamente alla lotta di Liberazione e tutte si erano battute per ottenere il diritto di voto. Prima del termine della guerra, le donne del Comitato di Liberazione Nazionale avevano rivendicato - il Governo era allora presieduto da Ivanoe Bonomi - il diritto di voto per l’intera componente femminile della cittadinanza italiana. Non tutti erano concordi, vi era chi riteneva che le donne fossero perlopiù disinteressate alle vicende politiche. I partiti di “sinistra” (Pci, Psi Pd’AZ) ritenevano che potessero subire influenze da parte degli uomini e della Chiesa. Gli esponenti della DC pensavano che si sarebbero fatte trascinare da padri, mariti comunisti, socialisti. Tuttavia, con 179 voti favorevoli e 156 contrari, il 15 febbraio 1946 si giunse all’approvazione. Il suffragio universale diventava realtà. Le cittadine italiane che avessero compiuto 25 anni diventavano eleggibili all’Assemblea Costituente, proprio come gli uomini. I 535 deputati uomini le guardarono con un certo paternalismo, ma la loro presenza si rivelò fondamentale per rendere la Costituzione italiana tra le più moderne e progredite per la difesa dei diritti dell’uomo, la pari dignità e l’uguaglianza, per la tensione a garantire a tutti pari benessere economico, sociale e culturale. Grazie alle Costituenti hanno visto la luce alcuni articoli cruciali della nostra Carta. In particolare voglio ricordare il 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua", dove la specificazione “sesso” fu battaglia di Lina Merlin. E l’11: "L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà dei popoli".

* presidente Isco