
Il corpo di Lidia Ardizzoni è stato trovato dopo quattro mesi. Il figlio continuava a percepire la pensione
Ferrara, 8 maggio 2025 – Una vita schiacciata dalle difficoltà economiche, annichilita dalla perdita della casa e poi dall’improvvisa scomparsa di quella mamma che per anni aveva amato e accudito. È il quadro che Massimiliano Poletti – il 54enne indagato insieme alla compagna Enrica Cavana per aver avvolto nel cellophane e nascosto in garage il corpo della madre 90enne Lidia Ardizzoni per continuare a percepirne la pensione – ha raccontato al proprio avvocato, Denis Lovison. “Ero distrutto, non avevo i soldi per pagare il funerale” avrebbe spiegato per motivare l’immotivabile. Il decesso della madre, avvenuto a inizio anno per cause naturali, era solo l’ultimo tassello di un mosaico di disperazione. Prima la perdita della casa nel 2023, quella villetta nella quale abitava con compagna e figlio proprio a fianco della madre alle porte di Scortichino. Poi i conti da pagare che si accumulavano e i soldi che non bastavano mai, nonostante il suo lavoro da rappresentante di prodotti da bar. Una situazione insostenibile alla quale, spiega il difensore, “non è stato in grado di trovare una soluzione. Era abbattuto, vinto”.
Se ormai appare chiara la molla che ha spinto il 54enne a tenere in casa il corpo del genitore per quattro lunghissimi mesi, permangono ancora alcuni aspetti della vicenda sui quali gli inquirenti devono fare luce. Le indagini stanno proseguendo su due fronti. Da una parte gli accertamenti sulla salma e dall’altra quelli su conti, libretti e prelievi di denaro. Il sostituto procuratore Sveva Insalata ha aperto un’inchiesta sull’accaduto, ipotizzando i reati di occultamento di cadavere e indebita percezione di erogazioni pubbliche. Al momento i punti fermi sembrano essere essenzialmente due. Primo, i motivi della morte. A constatare il decesso per cause naturali era stato infatti il personale del 118 quando, il 4 gennaio, era stato chiamato a casa della pensionata. Da quel momento in poi, però, non sono stati svolti i passaggi successivi e le comunicazioni necessarie a seguito di una morte.
Secondo, le ragioni che stanno dietro al macabro gesto. Stando alle prime ammissioni, Poletti avrebbe appunto agito in questa maniera per fare fronte alle gravi difficoltà economiche che da tempo stava affrontando. I suoi introiti non erano sufficienti e la pensione dell’anziana madre (per quanto non ricchissima) era evidentemente diventata una fonte di sostentamento fondamentale per la famiglia. Gli accertamenti dei carabinieri proseguono dunque sugli altri fronti già accennati, a partire da quello medico legale. Nelle prossime ore verrà conferito l’incarico per l’autopsia. La scelta della procura dovrebbe cadere sul medico legale Raffaella Marino, che potrebbe essere affiancata nelle operazioni da un genetista forense. Da questi esami si cercherà di cristallizzare la causa del decesso e verificare che non ci siano altre condotte, omissive o colpose, che possano aver influito sull’accaduto.
Dall’altra parte, gli accertamenti dei carabinieri si stanno focalizzando sul lato economico. Durante l’intervento nell’abitazione alle porte del paesino i carabinieri hanno sequestrato diversi documenti relativi ai prelievi effettuati nel corso di questi quattro mesi dal libretto postale di Ardizzoni. I vari movimenti di denaro sono ora sotto la lente degli inquirenti. Una volta chiariti questi aspetti, sarà finalmente possibile avere un quadro completo sulla tragedia che ha sconvolto un’intera comunità.