Arci, la morìa dei circoli nel forese "Energia e covid, situazione critica"

La neo riconfermata presidente dell’ente, Francesca Audino, fa il punto sulle chiusure dei centri "Almeno una decina di sedi chiuse, tra caro-bollette e pandemia. Ora chiederemo un intervento a Hera"

Migration

di Federico Di Bisceglie

Ci sono una decina di luci spente che non si riaccenderanno più. Disseminate tra frazioni e provincia, per anni sono state il presidio e il punto di riferimento della comunità. Sembra un tempo remoto, ma i circoli Arci, fino a prima della pandemia, ancora resistevano. Oggi, tra caro bollette e l’onda lunga del Covid, anche il nostro territorio si sta desertificando. Lo sa bene Francesca Audino, recentemente confermata alla guida dell’Arci provinciale che, sulle nostre colonne, lancia un vero e proprio grido d’allarme.

Audino, quali sono le zone e i circoli più in sofferenza?

"In linea di massima quelli che stanno soffrendo maggiormente sono quelli nelle aree interne e quelli nelle frazioni. Ossia nelle zone in cui ci sono i problemi più grossi anche dal punto di vista demografico e dell’invecchiamento della popolazione".

Ha notato, negli anni, una disaffezione ai circoli?

"Penso che la disaffezione sia per gran parte imputabile alla pandemia. Anche perché c’erano centri che prima del 2020 andavano molto bene e che, al momento della riapertura, si sono trovati con un terzo dei soci iscritti. Insomma è in crisi il modello di circolo tradizionale, mediamente frequentati da anziani".

Dove avete dovuto abbassare la saracinesca?

"Nel 2020 abbiamo chiuso Ospital Monacale, Sabbioncello e Giardino Libolla. Per la verità erano circoli già in crisi, ma il Covid ha drammaticamente accelerato il processo. Nel 2021 abbiamo chiuso il circolo di Formignana, l’accademia del biliardo, l’Unione Spim a Migliarino, Tresignana e Final di Rero. Fortunatamente, però, i circoli giovanili (Renfe, Sonika, Contra Rock, Officina Meca, tra gli altri) stanno funzionando molto bene in termini di partecipazione. Però, ora, sta arrivando la scure delle bollette. E gli aiuti li stiamo ancora aspettando dal 2020".

Avete registrato rincari preoccupanti?

"Purtroppo oserei dire drammatici. Anche del 300%. Ed è per questo che abbiamo avviato un’indagine interna chiedendo a tutti i circoli un resoconto di tutte le bollette pagate, con i raffronti per chiedere a Hera di studiare una strategia per abbattere i costi. Ma il problema è che anche dal punto di vista della politica, non c’è alcun riguardo verso il terzo settore. Basti pensare che nell’ultimo decreto aiuti per il terzo settore sono stati stanziati soltanto cinquanta milioni. Fondi pensati per far fronte ai costi delle utenze nel 2021. Peccato che, per la stragrande maggioranza, i nostri circoli fossero chiusi".

Con il Comune di Ferrara siete in contatto?

"Il rapporto è buono e abbiamo apprezzato molto il contributo stanziato durante i mesi di pandemia per i circoli. Speriamo di poter contare sull’Ente per fare fronte comune e abbattere le spese".