Monsignor Negri contro i 5 Stelle: "Chi equipara l’uomo a Dio non ha senso che venga in chiesa"

L’Arcivescovo contro i grillini: "Ma non ‘scomunico’ nessuno"

L’arcivescovo di Ferrara e Comacchio Luigi Negri.(foto Businesspress)

L’arcivescovo di Ferrara e Comacchio Luigi Negri.(foto Businesspress)

Ferrara, 10 giugno 2015 - Idee «eretiche» che diffondono una teoria «sbagliata che arriva ad equiparare l’uomo a Dio». Una presa di posizione dura, affidata alle colonne del Messaggero, riguardo alla diffusione di quello che l’arcivescovo Luigi Negri definisce «scientismo tecnocratico», una forza «subdola che la chiesa oggi si trova a combattere». In particolare, il bersaglio polemico del prelato sono certi concetti espressi nel libro di Gianroberto Casaleggio, leader e ‘guru’ pentastellato, e che farebbero da base teorica al Movimento 5 Stelle.

Parole quelle del religioso, che alle orecchie di molti sono suonate come un anatema nei confronti dei grillini. O addirittura una scomunica in piena regola. Lettura quest’ultima che è stata però seccamente smentita dallo stesso monsignore («Mai detto nulla del genere – ha scandito –. Ho solo voluto prendere una posizione teorica»).

Lasciando per un attimo da parte le elucubrazioni intorno a ipotetiche pene canoniche, rimane l’entrata a gamba tesa del capo della diocesi ferrarese nell’agone politico. Il tutto a poche settimane (un caso?) dall’uscita provocatoria dei ‘5 Stelle’ estensi, i quali proponevano l’introduzione di una tariffa da 5mila euro all’ora per le manifestazioni di carattere religioso che si svolgono in piazza Trento Trieste.

Arcivescovo Negri, lei ha preso una posizione abbastanza netta sulle idee propugnate dal ‘guru’ dei ‘5 Stelle’. Perché questo attacco?

«Non era mio intento parlare dei grillini in particolare. Ho solo voluto prendere una posizione culturale su un argomento preciso».

Quale?

«Ho voluto evidenziare che se qualcuno ritiene che l’uomo sia equiparabile a Dio e che la rete sia l’unico soggetto politico e l’autorità suprema dal punto di vista delle scelte, anche etiche, non capisco perché questo qualcuno senta il bisogno di venire in chiesa».

Un’idea pericolosa, secondo il suo punto di vista?

«Attenzione. Io non sto giudicando nessuno sul piano personale. Sono tenuto però ad esprimermi dal punto di vista dell’impostazione».

Si spieghi meglio.

«In parole povere, non giudico chi non crede in Dio. Ma chi è ateo faccia l’ateo fino in fondo e chi è cristiano faccia il cristiano fino in fondo. La mia posizione è ben rappresentata dalle parole espresse da papa Francesco nell’omelia di oggi (ieri, ndr). Secondo il pontefice ‘bisogna guardare al Cristo concreto, perché l’identità cristiana è concreta. Altrimenti si rischia di passare a questa religione un po’ soft, sull’aria degli gnostici. Questa identità cristiana è scandalosa’».

Mi permetta però di dire che certe sue affermazioni suonano un po’ come un anatema.

«Non lancio anatemi contro nessuno. E, come ho già detto, lascio fuori da questo discorso il piano personale. Non mi sono mai permesso di giudicare nessuno, proprio come ci insegna il Santo Padre. Mi permetto però di dire che se qualcuno non crede in Dio non può pretendere di venire a fare la comunione».

Quindi niente comunione per i militanti del ‘5 Stelle’?

«Non l’ho mai affermato. Io la comunione non la nego a nessuno. Sto solo dicendo che non sarebbe un comportamento coerente».

Si sente di dover chiedere scusa a qualcuno?

«Se queste riflessioni hanno dato adito ad enfatizzazioni che possono essere apparse una condanna verso alcune persone e le loro scelte politiche, non ho alcuna difficoltà a chiedere scusa a coloro che si sono sentiti chiamati in causa».