
Il carcere dell’Arginone (. foto d’archivio Businesspress
Arrivano i rinforzi per il carcere dell’Arginone. Una boccata d’ossigeno che certo non sarà risolutiva dei problemi che ormai da tempo attanagliano la casa circondariale estense, nella morsa di sovraffollamento e carenza di organici, ma che sicuramente rappresenta un segnale importante per chi tra quelle mura lavora in condizioni non sempre ottimali. Nel dettaglio, a Ferrara entreranno in servizio un nuovo commissario, con l’incarico di vicecomandante di reparto, e due vice ispettori. I rinforzi attesi all’Arginone sono il frutto della conclusione del settimo corso allievi commissari e del nono corso allievi vice ispettori della polizia penitenziaria, che hanno prodotto nel complesso 140 nuovi commissari e 401 nuovi vice ispettori. Gli operatori saranno destinati a istituti penitenziari in tutta Italia, compreso il nostro. L’arrivo di commissario e vice ispettori a Ferrara è stato salutato con soddisfazione dal senatore di Fratelli d’Italia Alberto Balboni. "Prosegue l’impegno del governo Meloni nel garantire legalità e sicurezza nelle carceri italiane – afferma il parlamentare –. E queste nuove assegnazioni dimostrano ancora una volta l’attenzione di questo esecutivo verso le necessità dell’istituto di Ferrara. Ringrazio il sottosegretario Delmastro per il suo costante impegno verso la polizia penitenziaria, continuerò a lavorare al suo fianco per il bene del territorio". Qualche parola anche da parte del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro delle Vedove. "L’arrivo dei nuovi commissari e vice ispettori è un ulteriore passo in avanti del governo Meloni per garantire sicurezza e legalità negli istituti penitenziari italiani attraverso una catena di comando stabile e ben definita" ha dichiarato.
La notizia delle nuove assegnazioni arriva a pochi giorni dall’ennesimo episodio critico che ha avuto come protagonista un detenuto. La scorsa settimana, infatti, un cubano affetto da patologie psichiatriche è riuscito a sfilare le chiavi a un agente ed è salito sul tetto del carcere, allo scopo di compiere un gesto dimostrativo finalizzato a ottenere il trasferimento. Per riportare la situazione alla calma sono intervenuti gli operatori della Penitenziaria, il direttore della casa circondariale, i vigili del fuoco e la comandante del reparto, che ha tentato una lunga e complessa opera di mediazione con il detenuto. Sulla vicenda è intervenuto il sindacato Sinappe, sigla che da sempre punta il dito contro le criticità tra le quali i poliziotti si trovano a operare. "Questa situazione – scrive il segretario provinciale Roberto Tronca – evidenzia un problema ben più ampio. Il 90% delle problematiche nei penitenziari riguarda soggetti psichiatrici, che non dovrebbero essere detenuti. Questo spesso porta a situazioni di grande tensione con gli agenti, che vengono aggrediti e picchiati. Serve – conclude il sindacalista – un intervento strutturale per migliorare le condizioni nelle carceri. Auspichiamo un miglioramento delle misure di sicurezza e della gestione delle risorse disponibili".