ANDRIY SBERLATI
Cronaca

Aristofane, Camilleri e Massini. Il nuovo cartellone del Comunale

Dalla classicità al moderno, tra i protagonisti della stagione di prosa anche Malika Ayane e Paolo Fresu. La violenza verbale al centro di uno spettacolo di Marta della Via, poi la satira con Paolo Rossi e Balasso. .

Stefano Massini nel suo Mein Kampf (. foto Filippo Manzini

Stefano Massini nel suo Mein Kampf (. foto Filippo Manzini

Malika Ayane, Stefano Massini e Paolo Fresu sono solo alcuni dei nomi che compongono il cartellone della nuova stagione di prosa del teatro Comunale, presentato ieri al Ridotto. Un motto immortale, quello di questa nuova edizione: ‘Passione per le storie e storie di passioni’. Edizione che si pone come un viaggio tra grandi nomi, nuove drammaturgie e classici senza tempo. A presentare gli appuntamenti della stagione sono stati l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli, il direttore generale Carlo Bergamasco, il direttore artistico Marcello Corvino, il prefetto Massimo Marchesiello e gli attori Marta della Via e Natalino Balasso. A corredare la mattinata, tre saluti virtuali dagli attori Paolo Rossi, Alessandro Haber e Ottavia Piccolo.

Apre Gulinelli. "Il cartellone – ha detto – è stato creato con l’intenzione di costruire qualcosa che parli del nostro tempo, dei suoi paradossi e delle sue contraddizioni. Questo anche grazie all’ironia pungente e alla commedia intelligente". Un cartellone ricco, infatti, composto da tredici spettacoli in abbonamento e dieci extra: tutte occasioni per entrare in mondi diversi. A comporlo, nuovi volti – Edoardo Siravo,Tindaro Granata e Les Farfadais –, ma anche capisaldi del mondo del teatro – Gabriele Lavia, Toni Servillo e Alessadro Haber –, e piacevoli ritorni, come, per esempio, Claudio Casadio. Non a caso Ferrara è una città all’avanguardia, si sa, "perché non si limita soltanto a ‘destinare i fondi’" come dice il direttore Bergamasco, ma perché "sta facendo di più del solito, andando a concretizzare un rapporto reciproco e di sostegno". La prima cosa che si nota leggendo i vari nomi– da Malika Ayane a Lella Costa, passando per Neri Marcorè e Ascanio Celestini – è che c’è una varietà equilibrata dei contenuti, dal classico di Aristofane al moderno di Camilleri. "Mi sento un privilegiato – ammette Corvino – perché in questo teatro si respira un’aria di libertà che non ho trovato in altre città. Abbiamo dei nomi che, sia quest’anno che in anni passati, condividiamo con altri teatri importanti, come lo Strehler di Milano. Mi riferisco a Lisistrata e Moliére. Mi fa piacere che giovani compagnie che sono passate da Ferrara siano arrivate a grandi palchi nazionali. Significa che siamo un centro di promozione e sostengo importante. C’è un filo conduttore: cercare di allargare i confini e abbattere i muri". Ma non sono solo le istituzioni a parlare. Marta della Via, infatti, ha colto questo momento per raccontare il suo spettacolo ‘Stai zitta’ (in scena il 25 novembre). "Narra la violenza verbale, ma non nei soliti modi. Questo è uno spettacolo divertente. Si va a teatro per ridere ma anche per pensare. Penso che nessuno di noi abbia una colpa diretta, ma ognuno di noi ha una propria responsabilità. La cultura è un modo per accendere la luce, per stimolare e non indottrinare".

Aggiunge Paolo Rossi – che inaugurerà la stagione il 10 ottobre con ‘Operaccia satirica’ – in collegamento telefonico: "Sono grato e felice di tornare a Ferrara. Questo spettacolo è nato per riempire i buchi, come diversivo, poi in realtà ha preso una forma sua e una sua importanza. I temi trattati sono universali tanto quanto personali e penso che guardarsi dentro, oggi, sia fondamentale". Conclude poi la mattinata Natalino Balasso – in scena dal 14 al 16 novembre –, con un tono spiccatamente ironico ma altrettanto attento e profondo. "Il mio è uno spettacolo apocrifo di Brecht – spiega –. Parla di povertà e ricchezza, ignoranza e sordità. ‘Giovanna dei disoccupati’ parte da un interrogativo: cosa scriverebbe Brecht se si guardasse attorno oggi. È una visione, da più parti, di chi vive una condizione di sudditanza". Ecco così che il Comunale si dimostra ancora una volta in equilibrio perfetto tra tradizione e avanguardia.