Asp, lettere choc sulle perdite: "Azienda a rischio di continuità"

Tra le misure urgenti, dismettere il patrimonio per arginare i debiti

L’Azienda Servizi alla Persona

L’Azienda Servizi alla Persona

Ferrara, 12 maggio 2015 - E’ un quadro choc, relativo alla situazione dell’Azienda Servizi alla Persona, quello che emerge da atti ufficiali all’attenzione del sindaco e degli organi istituzionali: «La perdita per l’esercizio 2014, ed il disavanzo di cassa, sono tali da porre a rischio la continuità dell’azienda». Il direttore operativo del Comune, e il collegio dei revisori dei conti, sintetizzano in poche pagine rilievi durissimi: al punto che Enrico Deidda Gagliardo, Paolo Rollo e Cristian Federici invitano esplicitamente ad effettuare «una ricognizione del sistema dei controlli interni del Comune nei confronti dell’Asp» e «utilizzare le opportune cautele nella destinazione dell’avanzo di amministrazione disponibile».

Il quadro gestionale dell’Azienda di via Ripagrande, presieduta da Angela Alvisi (ex componente della segreteria Cgil, succeduta al neo deputato Pd Paola Boldrini) e diretta da Maurizio Pesci, appare sconcertante. Analizzato da Moreno Tommasini, direttore operativo del Comune, tra marzo e aprile: «Dall’analisi dei bilanci, le relazioni del revisore unico e ulteriori documenti – scrive il dirigente –, emergono squilibri economici strutturali dall’esercizio 2009, e un’elevata esposizione a medio-lungo, e soprattutto a breve termine, verso le banche».

Annunci e giustificazioni del recente passato, sia dei veritici dell’Asp che dell’assessore ai Servizi sociali Chiara Sapigni sul ripiano tendenziale delle perdite (dagli 800mila al milione di euro l’anno), sembrano caduti nel vuoto. Il quadro è grave, e Tommasini propone al sindaco varie misure di emergenza. Tra questi, addirittura «analizzare i cespiti di proprietà e predisporre un piano straordinario di alienazione di parte del patrimonio, per assicurare le risorse straordinarie per azzerare il deficit di cassa e consolidare il debito». Il direttore operativo, riportano i revisori, invita anche a «rivedere i sistemi di controllo da parte dell’amministrazione comunale nei confronti dell’Asp».

Non manca neppure il suggerimento a «rivedere l’assetto organizzativo» dell’azienda di via Ripagrande, visto che come detto dal 2009 la situazione appare fuori controllo ed al 2014 non risulta ancora «un piano triennale di riequilibrio della gestione». Una situazione allarmante, sia sotto il profilo dei costi, che del controllo politico. Di qui l’invito perentorio dei revisori ad effettuare «una ricognizione sulla reale situazione economico finanziaria patrimoniale dell’Asp». Non manca, tra le righe, neppure il rischio che le difficoltà ricadano sul personale: il contratto aziendale non è mai stato inviato per la validazione all’Aran. E c’è il rischio (paventato tra le righe da Tommasini) che molti lavoratori debbano restituire parte de soldi percepiti in questi anni.