Aumento di capitale, la Cassazione Forin unico condannato, i legali: "Niente prescrizione? È un errore Pronti a valutare un ricorso"

La difesa dell’ex direttore: "Attendiamo le motivazioni per capire le ragioni della differenza rispetto a Lenzi"

di Federico Malavasi

La sentenza della Cassazione lo aveva lasciato con il proverbiale ‘cerino in mano’. L’unico a pagare per la vicenda dell’aumento di capitale Carife, dopo che la prescrizione aveva portato al proscioglimento dell’ex presidente della Cassa Sergio Lenzi. Un verdetto che per l’ex direttore generale dell’istituto di corso Giovecca Daniele Forin ha avuto un sapore particolarmente amaro. Non solo per le conseguenze della decisione degli ermellini, cioè la conferma della condanna d’Appello a un anno e nove mesi di reclusione. Ma anche per i tanti dubbi suscitati dal dispositivo nel collegio difensivo dell’ex numero due di Carife. La domanda che i legali si sono posti sin da subito è una sola: se a Lenzi e Forin venivano contestati praticamente gli stessi fatti con le stesse tempistiche, perché la prescrizione è intervenuta solo per l’ex presidente? Un interrogativo che al momento non ha una risposta. Probabilmente la soluzione del rebus sarà nelle motivazioni della sentenza della quinta sezione penale, che gli avvocati Livia Chiara Mazzone e Pierfrancesco Fasano non hanno ancora avuto modo di leggere e approfondire con la lente giuridica. Una volta chiarito il quadro, come annunciato già dal giorno della sentenza, valuteranno quali strade intraprendere.

"Attendiamo di leggere le motivazioni – spiega l’avvocato Fasano –. A nostro avviso è rimasta aperta una questione tecnica. Le due posizioni erano identiche: una è stata prescritta, l’altra no. Noi avevamo redatto una memoria nella quale invocavamo la prescrizione". Secondo il legale le ipotesi sono due. "Potremmo essere davanti a un errore materiale e nel caso faremo ricorso affinché venga corretto – puntualizza –. Oppure c’è stata una sperequazione di trattamento tra i due imputati. In ogni caso – conclude – è una situazione bizzarra nell’ambito di una vicenda che, vedendo anche l’andamento degli altri filoni processuali, si sta risolvendo in una bolla di sapone".

La tranche del caso Carife giunta nei mesi scorsi a sentenza definitiva riguarda l’aumento di capitale del 2011, un’operazione da 150 milioni ritenuta dagli inquirenti il prologo del crollo della banca estense, commissariata appena due anni dopo. Il processo iniziò con nove imputati. Dopo undici anni tra inchiesta e processi, il caso si è concluso con un solo condannato in via definitiva, Forin appunto. Le motivazioni della sentenza chiariranno le ragioni dell’ultima parola della giustizia sulla vicenda.