
IL RUOLO Pietro Vignali, capogruppo di Forza Italia in Emilia-Romagna
Sono dieci i milioni di euro legati ai ticket sanitari che mancano nelle casse di Ausl e Cona. La denuncia arriva dal capogruppo di Forza Italia in Emilia-Romagna, Pietro Vignali che nel suo intervento stigmatizza la gestione economica della sanità regionale e punta il dito sugli ammanchi di bilancio nelle singole realtà territoriali.
"Dal 2018 si sono accumulati oltre 55 milioni di ticket sanitari non riscossi – così il consigliere di opposizione – di cui 2,2 sono stati stralciati direttamente dalle Ausl e solo 21 milioni sono stati recuperati nel periodo 2021-2023. Una babele di procedure, costi fuori controllo e risultati spesso deludenti". I dati, ha spiegato il consigliere regionale forzista, "sono tutti stati ricavati da risposte a suoi accessi agli atti date dall’assessorato regionale alle politiche per la salute". "In alcuni casi – prosegue l’azzurro – è perfino più alto il costo per tentare di riscuotere i ticket non pagati, che l’ammontare di quanto recuperato. L’Ausl di Ferrara spende 341mila euro e recupera ben 4,2 milioni di euro, mentre il Sant’Anna con 229mila euro ne recupera due milioni". Complessivamente i ticket non riscossi su Ferrara "sono quasi 10milioni di euro mentre quelli stralciati, ovvero quelli considerati dalle aziende sanitarie irrecuperabili per cui hanno rinunciato al recupero, sono più di un milione di euro. Questa è la Provincia che, più di tutte, ha ‘gettato la spugna’ e scelto di non perseguire tutti i mancati pagamenti dei ticket". Vignali passa poi ad un’analisi a livello più generale del problema: "Complessivamente la Regione Emilia-Romagna spende 1.873.00 euro per questo sistema di recupero che fa acqua da tutte le parti. "C’è una difformità di procedure tra le diverse aziende, frutto senza dubbio della completa assenza di un coordinamento e di linee guida – prosegue nell’analisi il consigliere di opposizione – . Serve un coordinamento e un lavoro serio per recuperare tutte le risorse che devono essere incassate. Non si può spremere i cittadini con nuove tasse ed il ticket farmaci e poi sperperare risorse in procedure non efficienti". Altro aspetto ritenuto "necessario" è quello di "uniformare in tutta la Regione è il messaggio automatico che ricorda un appuntamento. In molti casi, purtroppo, passano mesi se non anni tra la prenotazione e l’effettiva visita od esame diagnostico. Una dimenticanza da parte dell’utente è fisiologica, ma porta due svantaggi: i calendari delle liste d’attesa hanno ‘buchi’ ed è necessario recuperare il ticket all’utente che non ha ricevuto la prestazione. Con un po’ di impegno e l’utilizzo delle nuove tecnologie sarebbe facile ricordare l’appuntamento ed evitare inutili sperperi. La Giunta regionale faccia chiarezza e metta ordine nel sistema. Prima lo si fa meno soldi dei cittadini si sprecano". Le procedure di recupero crediti, comuni a entrambe le aziende, prevedono un primo sollecito con lettera ordinaria, seguito da un secondo con raccomandata A/R che addebita le spese postali al cittadino. In assenza di pagamento, si procede all’iscrizione a ruolo tramite l’Agenzia delle Entrate. L’Ufficio Controlli Compartecipazione alla spesa sanitaria gestisce il recupero crediti, utilizzando un gestionale integrato con il sistema Cup. Per le prestazioni erogate tramite Day Service Ambulatoriale (dsa), il ticket è calcolato solo al termine del percorso, rendendo impossibile il pagamento contestuale.
f. d. b.