
Quattro i roghi contestati
Un’abitazione ‘contesa’ e una serie di strani roghi. Sono gli elementi intorno a cui ruota un’inchiesta per tentata estorsione, incendio e violazione di domicilio giunta di recente al suo primo punto di svolta. Sotto la lente degli inquirenti sono finite quattro persone. Una sarebbe il mandante (posizione stralciata a seguito del decesso dell’indagato). Gli altri sarebbero gli esecutori materiali degli incendi che sarebbero serviti a fare ottenere al primo quello che voleva e cioè, stando alle accuse, la vendita da parte delle vittime di quell’immobile a un prezzo molto ribassato.
Ma andiamo con ordine. I fatti finiti al centro del fascicolo risalgono alla primavera/estate del 2023. Tutto parte da un’abitazione alle porte di Cento. Tra quelle mura, in passato, aveva vissuto il presunto mandante delle minacce. Dopo lo sfratto dell’inquilino, era sorto un contenzioso tra i proprietari della casa, una coppia di coniugi del luogo, e una società immobiliare. In particolare quest’ultima, dopo aver anticipato ai proprietari una caparra da 130mila euro per l’acquisto dell’immobile, non aveva provveduto a saldare, facendo così naufragare il preliminare e perdendo la somma versata. In quello stesso periodo, l’indagato oggi deceduto avrebbe cercato di acquistare l’abitazione che doveva lasciare al prezzo di 190mila euro invece dei 270mila richiesti. Secondo le accuse, per ottenere quello ‘sconto’ avrebbe incaricato gli indagati rimasti – tre uomini di 32, 34 e 37 anni – di incendiare alcuni beni di proprietà dei padroni di casa. In particolare, il 22 aprile avrebbero dato fuoco alla Bmw del proprietario di casa mentre il 16 maggio, notte precedente dello sfratto del presunto mandante, avrebbero bruciato la Volkswagen Golf del figlio. E ancora il 19 maggio – pochi giorni dopo l’inizio della trattativa per l’acquisto dell’abitazione al centro della vicenda – a essere incenerita è stata la Fiat 500 del suocero del padrone di casa. L’ultimo atto contestato agli indagati si è consumato il 25 luglio 2023, con l’incendio di un deposito di attrezzi nel giardino del proprietario dell’immobile.
Per ognuno dei quattro episodi, gli inquirenti hanno individuato come mandante l’indagato deceduto e come esecutori, a vario titolo, i tre rimasti. Nei giorni scorsi, la procura ha concluso le indagini sui tre iscritti. Il prossimo passo, con ogni probabilità, sarà la richiesta di rinvio a giudizio.