Autolesionismo, isolamento e abusi "Così la pandemia colpisce i ragazzi"

L’emergenza sanitaria ha avuto effetti devastanti su tantissimi adolescenti nella nostra Provincia. Il punto con Carozza (Ausl): "Droghe e alcol sono detonatori per lo scoppio di patologie precoci"

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di Matteo Langone

I medici la definiscono una sorta di "nuova pandemia". Un malessere che colpisce i giovani, in particolare gli adolescenti, e che il Covid ha solo acuito. "Esiste da una decina d’anni" sottolinea Paola Carozza. E’ lei, direttore del dipartimento si Salute mentale e dipendenze patologiche dell’Ausl, a lanciare l’allarme: "Negli ultimi tempi questo problema è cresciuto esponenzialmente". Ma di cosa si tratta, nello specifico? Disagi psichici negli adolescenti. Una piaga che colpisce molti soggetti, più di quanto si creda: "I dati nazionali e quelli locali sono in linea – incalza Carozza –. A soffrire di questi disturbi è poco meno del 20% della popolazione minorenne. Il 50% dei disagi che si manifestano poi in età adulta, infatti, hanno origine nell’infanzia e nell’adolescenza. In particolare, l’autolesionismo è molto diffuso tra i giovani: lo compie circa un ragazzo su cinque e l’esordio avviene tra i 13 e i 14 anni. Poi c’è il discorso legato al consumo di bevande alcoliche e all’abuso di droghe: questi fattori fungono da detonatore per disturbi mentali, con un inizio precoce in circa il 40% dei casi". Altri sintomi, invece, sono la perdita della capacità di socializzare, le anomalie di pensiero e la difficoltà di apprendimento. Come si diceva, però, il Covid ha peggiorato il quadro della situazione: "In questo momento – specifica ancora la dottoressa – stiamo assistendo ad un incremento della richiesta di aiuto di circa il 60% rispetto al periodo pre-pandemico. Nei primi quattro mesi di quest’anno, tra l’altro, abbiamo già ricevuto 214 nuove richieste di presa in carico; nel 70% dei casi si tratta di adolescenti facenti parte della fascia 14-19 e, prevalentemente, sono femmine. Ci raccontano di problematiche legate al percorso evolutivo di crescita, con sintomi di ansia e depressione". La tempestività nell’intervento è tutto. Ma spesso, l’arrivo davanti ad un professionista non è così rapido. Serve comprendere che c’è un problema, accettarlo e trovare il coraggio di affrontarlo. In questo senso, le istituzioni – con la Regione Emilia-Romanga in primis – hanno messo a punto dei progetti che mirano ad intercettare tali situazioni direttamente nei luoghi frequentati dagli adolescenti. "A livello locale – spiega Carozza – abbiamo messo in campo un polo psicologico clinico per la fascia di utenza 14-25 anni allo ‘Spazio Giovani’ di via Gandini. Lo scopo è mettere al centro dei servizi i ragazzi, con un approccio di cura per tappe, in cui sono accompagnati e che è personalizzato. Ci aspettiamo che intercettando rapidamente il malessere dell’adolescente, si riesca a vederne arrivare meno in emergenza, e ancora meno ai servizi specialistici". Un luogo, quello appena indicato, in cui i giovani pazienti si trovano faccia a faccia con una equipe di professionisti multidisciplinare: parallelamente, invece, all’interno degli edifici scolastici il lavoro portato avanti è quello di una comunicazione che funga da ulteriore tassello di prevenzione. Come detto, infatti, la tempestività è tutto: se si interviene nei primi due anni, la percentuale di guarigione sfiora il 90%. L’importante, in tutto ciò, è non etichettare chi soffre di un qualsivoglia disturbo mentale come persona pericolosa o inaffidabile: "Tale disagio – conclude il direttore di dipartimento – è come tutti gli altri disturbi sanitari".