Autosaloni al setaccio. Scoperta una rivendita abusiva. Imprenditore finisce nei guai

La Polstrada ha riscontrato irregolarità anche in altre tre attività che sono state chiuse

Autosaloni al setaccio. Scoperta una rivendita abusiva. Imprenditore finisce nei guai
Autosaloni al setaccio. Scoperta una rivendita abusiva. Imprenditore finisce nei guai

Le auto in mostra pronte per la vendita, l’insegna furba e accattivante e il titolare in attesa dei clienti. Peccato che l’autosalone fosse abusivo. Aperto da un anno ma senza alcuna comunicazione fosse arrivata agli enti competenti. A scoprire l’attività abusiva, nel mese di agosto, la Squadra di Polizia Giudiziaria della Sezione Polizia Stradale di Ferrara, che ha posto particolare attenzione ad alcune autorivendite del capoluogo elevando sanzioni e ordinando la chiusura per quattro esercizi commerciali. Un autosalone, come detto, è risultato addirittura completamente abusivo. Durante i controlli i poliziotti hanno controllato circa 50 veicoli e 5 persone. Le verifiche hanno riguardato le autorizzazioni commerciali e i registri di Pubblica Sicurezza, oltre a telai ed altri elementi di identificazione dei veicoli e relativi documenti di immatricolazione e nazionalizzazione. Per quattro attività sono scattate sanzioni per carenze o completa assenza dei registri di Pubblica Sicurezza. Un’autosalone, come anticipato, è risultato completamente abusivo, non avendo mai presentato la Segnalazione Certificata di Inizio Attività (Scia) allo Sportello Unico Attività Produttive (Suap) di Ferrara. Per il titolare sono scattate diverse sanzioni di cui una di oltre 5mila euro con relativa ordinanza di chiusura immediata dell’attività da parte dell’Ufficio Commercio del Comune. Ma non è finita qui: all’interno di questo esercizio, infatti, tra le auto in vendita ne sono state trovate due su cui gravavano svariati provvedimenti di sequestro delle targhe e delle carte di circolazione, subito eseguiti dai poliziotti. Inoltre, da un attento controllo delle Scia presentate dalle restanti tre attività è emerso un’enorme discrepanza fra la superficie di vendita dichiarata e quella effettivamente riscontrata. Per ognuno di questi esercizi commerciali, come per il precedente, è stata contestata una sanzione di oltre 5mila euro, con la relativa ordinanza di chiusura dell’attività.

Matteo Radogna