Aziende al buio, scatta la rivolta

L’imprenditore Bonora si lamenta del poco preavviso con cui viene tolta la luce e delle comunicazioni errate

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"Siamo già arrivati alla quarta volta che ci tolgono la corrente, con un preavviso di appena due giorni, e di venerdì sera, che molti non vedono, la tolgono dalle 8,30 alle 15, bloccando così tutta la giornata, senza dare il tempo né per programmare né per fare un turno unico. Non solo, per due volte ho messo la gente a casa e l’Enel non ha effettivamente tolto la corrente". E’ la protesta di Gian Luca Bonora, uno dei titolari di Arredo Uno, una delle eccellenze produttive di Portomaggiore. Dal 1985 è specializzata nel settore dei mobili su misura per ristoranti, bar, hotel, boutique e abitazioni di lusso: un team di tecnici e artigiani che si adopera a ricercare soluzioni innovative e funzionali.

Dà lavoro a 35 addetti, oltre all’indotto, come la Mi.Da 2000, con la quale è consociata al 50%, che si occupa di carpenteria d’arredo di precisione, specializzata nella lavorazione d’acciaio, ferro ed ottone per ottenere sia componenti d’arredo che meccanici, altri 20 addetti. Entrambe operano nell’area produttiva di via Donatori di sangue, dietro la stazione ferroviaria di Portomaggiore. Ieri la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tanto che l’imprenditore ha cominciato a raccogliere le firme per una petizione che coinvolga tutto il quartiere, dove ci sono aziende e abitazioni degli artigiani, che dànno lavoro a centinaia di persone. Bonora evidenzia un altro aspetto a suo giudizio scandaloso: "I tre operai che stanno lavorando alla riparazionemodifica della linea elettrica alle 12,45 erano a mangiare al ristorante Ottocento, a San Vito di Ostellato, come non ci sia un posto più vicino o non si possa lavorare mentre le aziende sono a riposo".

E aggiunge: "Tolgono la corrente nella fascia oraria 8.30-15.30, che impedisce di allestire almeno un turno di lavoro. Una fascia oraria del genere va bene in una zona residenziale, non certo in una zona industriale. C’è stato anche il caso del 5 agosto, quando ci era stato comunicato l’interruzione della corrente, noi imprenditori avevamo messo a casa i nostri collaboratori e Enel non ha lavorato. Già con la corrente elettrica siamo in difficoltà, per le ricadute negative della guerra in Ucraina, c’è un incremento dei costi energetici, in più non ci fanno lavorare. Ci rimettiamo due volte e ci sentiamo presi in giro". Bonora si è rivolto all’Enel e al sindaco Dario Bernardi: nel primo caso "neanche ti ascoltano. Il sindaco perlomeno si è detto disponibile a inoltrare una rimostranza al gestore".

Franco Vanini