
Un momento dell’incontro per fare il punto sulla battaglia per impedire la prescrizione
Si è presentato allo sportello il nipote. "Mia nonna ha 102 anni, abita a Bondeno, non può venire fino a qui. Così mi ha firmato una delega". Possedeva delle obbligazioni che le vennero ’consigliate’ nel 2009, quando era ormai sulla soglia dei 90 anni. Perse diecimila euro, nessun risarcimento. Quello che aveva messo da parte in un vita, sacrifici e banconote da venti. Anche lei – supernonna che non si arrende – è tra gli azzerati Carife. E vuole portare avanti la battaglia per interrompere la prescrizione. Deadline, 22 novembre 2025 quando saranno trascorsi dieci anni. Un colpo di spugna su un terremoto che ha fatto tremare una provincia, cambiato vite e destini. Quella notte 32mila persone si trovarono senza più nulla. "Le ho parlato al telefono, mi ha commosso", racconta Milena Zaggia (movimento risparmiatori traditi).
Massimo, Francesco, Matteo, Anna. Tanti nomi, tante storie. Per ora sono mille quelli che, come la supernonna di Bondeno, hanno mandato una raccomandata o una pec perché la battaglia non si fermi, per stoppare la prescrizione, e poter così accedere al fondo che Banca d’Italia ha messo nel piatto per contenziosi, azionisti e obbligazionisti. Si tratta di un tesoretto di 150 milioni di euro. "Mille, sì – riprende Zaggia –. Ma noi contiano di arrivare in tempo per quella data con 28mila raccomandate, 28mila reclami". Sono tanti, loro ci credono. Come ci hanno creduto sempre Giovanna Mazzoni, anche lei del Movimento risparmiatori traditi; gli avvocati Massimo Cerniglia e Alessandro Caponi; Riccardo Forni di Ferrara Civica ieri mattina nella sala degli Arazzi, in muncipio, per fare il punto. Per annunciare le nuove iniziative. Tra queste, in parallelo alla raccolta delle raccomandate, l’avvio per il mese di ottobre di due cause pilota per avere i risarcimenti da Bper, i soldi che i risparmiatori ancora non hanno ottenuto dopo una lotta durata dieci anni. Era il 22 novembre del 2015, la data di quello che è stato un cataclisma. Dice Massimo Cerniglia, avvocato: "Saranno coinvolti in queste prime due cause tra i dieci e i 15 risparmiatori, saranno cause collettive. Vogliamo aprire un varco nel tribunale di Ferrara, nella Corte d’Appello di Bologna, in Cassazione".
E’ Forni ad aprire l’incontro. Sulle poltroncine, in fondo alla sala, ci sono alcuni azzerati Carife. Sono lì per ascoltare certo, ma anche per far sentire la loro presenza. "Dobbiamo interrompere la prescrizione – ribadisce –, questa provincia deve uscire finalmente dallla condizione di coma. L’iniziativa, lo sportello, la mobilitazione puntano a risvegliare le coscienze. Ci stiamo riuscendo, in mille già si sono fatti avanti. Ma numeri alti stanno registrando anche altre associazioni, studi di professionisti. Ebbene bisogna fare fronte comune, unirsi proprio per avere più forza". Zaggia prende di nuovo la parola. Dietro quello sportello ci sono lei, Giovanna Mazzoni, altre persone che aprono le porte a chi non vuole arrendersi. "Anche ex direttori Carife si sono rivolti a noi, tanti anziani che hanno messo la loro firma sui moduli per arrivare ad interrompere l’iter che porta alla prescrizione". Due mesi, mille persone, un lavoro smisurato. Il punto di assistenza gratuito, riservato agli ex azionisti, è gestito dal Movimento risparmiatori traditi. Apre martedì e giovedì dalla 10 alle 17, via Boiardo 16.
"Questa provincia è stata attraversata da una serie di terremoti – riprende –. C’è stato il sisma del 2012, devastante". Crepe e ferite aperte nei muri delle chiese, nelle case e nell’anima della popolazione. "Poi c’è quella data, il 22 novembre del 2015, il terremoto per migliaia di persone". "La grande disfatta della Carife", così la definisce Giovanna Mazzoni. Siamo ai nostri giorni, c’è un’altra data. Venerdì 6 giugno, Tacopina non paga l’iscrizione alla serie C della Spal. Scadono i termini, scoccano le 23,59. La città si sveglia, ma non riesce a togliersi di dosso quell’incubo. "Siamo la provincia dei terremoti. E chi non combatte ha già perso".