Baby spacciatori Modena, i capi della gang sono ferraresi

Abitano a Cento e nascondevano la sostanza proibita nelle cover dei cellulari e nelle tastiere dei computer

L'operazione anti spaccio dei carabinieri nelle scuole

L'operazione anti spaccio dei carabinieri nelle scuole

Ferrara, 18 luglio 2019 - Due spacciatori di 17 anni e oltre trenta adolescenti che compravano la droga, la nascondevano e la rivendevano ai coetanei nelle scuole superiori, oratori, parchi, centri di aggregazione giovanile tra Ferrara e il Modenese. Questi i protagonisti dell’imponente rete di spaccio di hashish e marijuana smantellata dai carabinieri. I militari, coordinati dalla Procura minorile di Bologna, seguivano i baby pusher da un anno e ieri mattina sono entrati in azione con quaranta uomini e i cani dell’unità cinofila di Bologna.

I due diciassettenni, residenti a Cento e ritenuti i vertici dell’organizzazione, sono stati prelevati nelle loro abitazioni, dove vivono con le famiglie e portati in una comunità di recupero nel Bolognese su esecuzione di misura cautelare emessa dal gip del tribunale di Bologna con l’accusa di detenzione e spaccio di droga. Altri 36, con età compresa tra 15 e 17 anni, sono stati denunciati a piede libero, alcuni di loro accusati di detenzione di droga e altri anche di cessione mentre un 17enne di Finale Emilia è stato fermato alcuni mesi fa e sottoposto alla misura della permanenza in casa. Una dozzina le abitazioni perquisite ieri mattina all’alba tra la Bassa Modenese, Cento e Crevalcore. I carabinieri hanno sequestrato decine di grammi di hashish e marijuana, materiale per il confezionamento, bilancini di precisione e sostanze per ‘tagliare’ la droga tra cui anche erbacce da mescolare alla marijuana.

Tutto è iniziato nell’agosto di un anno fa quando i carabinieri della stazione di Finale Emilia fermarono un sedicenne che spacciava davanti a un istituto della zona. Nello zaino aveva hashish e marijuana già suddivisa in dosi e pronta per la vendita: una pianificazione che fece intuire ai carabinieri l’esistenza di una rete organizzata e non un episodio sporadico. Sono così partite accurate indagini telefoniche, digitali e telematiche. Per quasi un anno i carabinieri hanno seguito i ragazzi nei loro spostamenti mettendo insieme un puzzle sconcertante. I due diciassettenni di Cento gestivano le vendite e si davano un tono da giovani gangster: spavaldi e spregiudicati, volevano ‘soldi facili’ e si rifornivano a Ferrara e a Modena, canali di approvvigionamento su cui proseguono le indagini degli inquirenti. Il loro ‘giro’ si è allargato sempre di più, fino a coinvolgere una trentina di coetanei residenti tra la Bassa modenese, Cento e Crevalcore, che da semplici clienti hanno deciso di seguirli diventando, in alcuni casi, a loro volta spacciatori. Sette scuole superiori tra Carpi, Mirandola, Finale Emilia e la provincia di Bologna e Ferrara erano i principali punti di incontro e spaccio: le vendite avvenivano davanti ai cancelli o nelle vicinanze ma i carabinieri hanno accertato episodi anche dentro il perimetro della scuola.

Il traffico si è ampliato a tutti i luoghi frequentati dai ragazzi, dai parchi agli oratori fino ai centri di aggregazione giovanile, bar e sale giochi. La droga veniva spostata con spregiudicatezza utilizzando oggetti di uso comune come skateboard e cover dei telefoni cellulari, mentre in casa, per non farsi scoprire dai genitori, la nascondevano anche sotto le tastiere dei computer. «A dispetto della loro giovane età abbiamo riscontrato una certa disinvoltura sia nei luoghi dove celare lo stupefacente ma soprattutto nell’attività di compravendita» ha spiegato il comandante dei carabinieri di Carpi Alessandro Iacovelli. Quando i militari hanno bussato alla loro porta, ieri all’alba, alcuni baby spacciatori si sono messi a piangere, altri invece non sapevano cosa dire.