"Badanti, il costo della quarantena sia sociale"

L’appello di Marchetti (Nadya): "Il prezzo per non diffondere il contagio non deve ricadere sulle famiglie già provate dal disagio".

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FERRARA

Quarantena e test. Con tampone. Il primo tampone dovrà essere fatto appena si rientra dall’estero, ma solo se il Paese non rientra nell’elenco di quelli stabiliti dalla Regione, e il secondo andrà invece eseguito dopo dieci giorni o almeno prima della fine dell’isolamento che dovrà essere di 14 giorni. È la sintesi di quanto prevede il nuovo ‘Protocollo badanti’ che da ieri è in vigore in Emilia-Romagna. Un provvedimento che ha voluto lo stesso presidente Stefano Bonaccini e che ha concordato con i sindacati. I rientri da alcuni paesi dove l’ondata Covid 19 è ancora importante potrebbero compromettere gli effetti postivi del lockdown contro la diffusione del virus. Così Bonaccini ha pensato a un protocollo che per le assistenti familiari, da ieri, prevede diversi obblighi e comportamenti. Eccoli. L’autodichiarazione: una badante che rientra dall’estero deve effettuare l’autodichiarazione al Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl. Deve cioè contattate il dipartimento e comunicare che è rientrata da uno dei paesi a rischio. Nel protocollo la Regione fornisce un elenco solo dei Paesi che non prevedono la quarantena e sono gli stati Ue, tranne Romania, Bulgaria, Croazia, Spagna e Grecia. Le nazioni che rientrano nell’accordo Schengen, Il Regno unito e l’Irlanda del Nord, Andorra e il Principato di Monaco. Si aggiungono San Marino e il Vaticano. I test. Una volta comunicato il rientro, il Dipartimento prende incarico l’assistente familiare e organizza un percorso che per prima cosa prevede di sottoporsi al tampone. Se il primo è negativo la badante può continuare ad alloggiare nell’abitazione della persona che assiste "ma serve che la casa abbia gli spazi adeguati per l’isolamento" riporta il documento. Tradotto: serve che all’assistente familiare sia data la possibilità di avere a disposizione una camera e possibilmente i servizi igienici ad uso esclusivo. Là dove non fosse possibile "serve comunque igienizzare tutti gli ambienti in comune, usare le distanze, la mascherina e i guanti." "Chi non dovesse avere spazi e servizi igienici adeguati – riporta ancora il protocollo – sarà preso in carico dal dipartimento di igiene pubblica e alloggiato in una struttura preposta (l’hotel Astra) a spese del sistema sanitario". Una presa in carico pubblica definita "necessaria" da chi, da molti anni, ha a che fare con queste persone come il socio onorario dell’ "Associazione delle badanti Nadya" Roberto Marchetti che commenta: "Giusto che il costo di queste operazioni sia di tipo sociale e non a carico delle famiglie che già hanno tante difficoltà se in casa hanno una persona da accudire". Da quando "Nadya" è nata, era il periodo dei primi arrivi delle badanti dall’Est, sono transitate circa 2250 assistenti familiari. "Molte di loro sono ritornate nel Paese di origine per sempre" spiega Marchetti che aggiunge: "Purtroppo con la pandemia non abbiamo una misura del fenomeno di rientro ma invito le famiglie che hanno una collaborazione con loro ad informare subito Ausl". La quarantena. Chi rientra deve autoisolarsi per 14 giorni, misurarsi due volte al giorno la febbre e comunicare il suo stato di salute ogni giorno agli operatori del dipartimento. Il patto. La Regione ha predisposto un modello di ‘patto di corresponsabilità’. Un documento che in pratica con la firma di entrambe le parti prevede che l’assistente e la famiglia rispettino un patto anti contagio.

Silvia Giatti