Banda del buco in aula Raffica di furti in casa, chieste le condanne per gli ultimi imputati

Altro filone della maxi inchiesta sugli oltre cinquanta colpi messi a segno. Alla sbarra i membri della gang che non hanno scelto riti alternativi. Il bottino veniva nascosto in una cantina di corso Piave e poi portato nell’Est.

Banda del buco in aula  Raffica di furti in casa,  chieste le condanne  per gli ultimi imputati

Banda del buco in aula Raffica di furti in casa, chieste le condanne per gli ultimi imputati

Cinque richieste di condanna per l’ultimo filone dell’inchiesta sulla ‘banda del buco’, la gang di stranieri specializzata in furti in appartamento sgominata nel 2017. Ieri mattina sono comparsi in tribunale gli ultimi cinque imputati, quelli che non avevano già definito la propria posizione con riti alternativi. Il processo a loro carico è arrivato alla fase della discussione, con la requisitoria del pubblico ministero Ciro Alberto Savino. Davanti al giudice Sandra Lepore, la pubblica accusa ha ripercorso le contestazioni a carico degli imputati (quelle sopravvissute alla scure della legge Cartabia), integrando la sua ricostruzione con le intercettazioni raccolte in fase di indagine. Ha poi concluso con la richiesta di condanna per tutti e cinque gli imputate a pene che vanno da un minimo di quattro mesi a un massimo di quattro anni e un mese. Nel dettaglio, il pm ha chiesto tre anni e tre mesi per Lyudmyla Zhylkina, quattro anni e un mese per Maksim Lobas, sei mesi per Sergii Valovenko, otto mesi per Ivan Anghel e quattro mesi per Mihail Balan. Gli imputati erano accusati a vario titolo di diversi episodi di furto e ricettazione. Il caso è stato poi aggiornato all’udienza del 4 luglio, quando la parola passerà ai difensori degli imputati. Concluse le arringhe, il giudice emetterà la sentenza.

La maxi inchiesta dalla quale è scaturito il processo di ieri è giunta al suo culmine nel maggio del 2017, con l’esecuzione di sedici misure cautelari. Sotto la lente dei militari era finita una banda composta da ucraini e moldavi, accusata di una cinquantina di furti in abitazione tra Ferrara, Ravenna, Reggio Emilia, Bologna e Modena. La refurtiva veniva raccolta nella cantina di una casa di corso Piave e poi, una volta a settimana, spedita nell’Est Europa dove veniva rivenduta sul mercato nero. La gang, finita nel mirino degli inquirenti già dal 2016, rubava di tutto. ‘Batterie’ da tre o quattro persone si intrufolavano in appartamenti, cantine o garage e razziavano tutto quello che trovavano, dagli elettrodomestici agli attrezzi, dalle biciclette alle macchine. Insomma, una banda particolarmente ‘fluida’ e attiva che per diversi mesi aveva seminato il terrore sul nostro territorio e non solo.

Federico Malavasi