Agguato con il machete Ferrara, stangata la banda nigeriana

Il 30 luglio 2018 aggredirono un connazionale. Patteggiamenti, condanne e notifica di espulsione

Gli inquirenti hanno lavorato senza sosta, arrestando l’ultimo della banda a dicembre

Gli inquirenti hanno lavorato senza sosta, arrestando l’ultimo della banda a dicembre

Ferrara, 13 luglio 2019 - Si è concluso ieri il processo di primo grado per i membri della banda del machete, che un anno fa tentò di uccidere, nell’ambito di un regolamento di conti, un connazionale. Dei sette imputati in quattro hanno scelto di patteggiare la pena, mentre gli altri tre hanno optato per il rito abbreviato, beneficiando così dello sconto di un terzo della pena. La prima strada è stata imboccata da Lucky Anthony Odianose detto ‘Ubeba’, che ha patteggiato 4 anni e 10 mesi, Irabor Igbinosa alias ‘Ebo’, 4 anni 8 mesi e 20 giorni (entrambi difesi dall’avvocato Simona Maggiolini), da Emanuel Emakhu detto ‘Shube’ o ‘Papa Joe’, (difeso dall’avvocato Andrea Dozza) anche lui ha patteggiato 4 anni, 8 mesi e 20 giorni e da Musa Junior (avvocato Luigi Tampellini), che ha patteggiato 4 anni e 20 giorni. Il rito abbreviato, invece, è la strada scelta da Glory Egbogun detto ‘Omomo’ (difeso dall’avvocato Pierangela Tilli), che è stato condannato a 5 anni, da Henry Aherobor alias ‘Threeman’ (difeso dall’avvocato Irene Costantino), che è stato condannato a 8 anni e 2 mesi e Kingsly Okoase, detto ‘Oje’ (difeso dall’avvocato Milena Nappo), condannato a 5 anni. Praticamente accolte dal gup Danilo Russo le richieste del Pm Isabella Cavallari.

image

A tutti e sette i nigeriani era contestato il tentato omicidio di Stephen Oboh, connazionale di 26 anni e membro di una banda rivale, che fu ferito gravemente a colpi di machete il 30 luglio di un anno fa. I sette sconteranno la pena nelle rispettive case circondariali, dove erano attualmente detenuti in attesa di giudizio: ‘Ubeba’, ‘Omomo’ ed ‘Ebo’ a Ferrara, ‘Threeman‘ a Modena, ‘Shube’ a Bologna, ‘Junior’ a Forlì e ‘Oje’ a Parma. Una volta scontata la pena, ai membri della ‘banda del machete’ verrà notificato, infine, il provvedimento di espulsione.

LEGGI ANCHE - Risse tra bande a Ferrara, la comunità nigeriana lavora per la tregua

Un anno fa, alle 17.45 Irabor e Odianose si erano appostati in fondo a via Olimpia Morata. Nascosti nei pantaloni avevano due machete. Stando alla dinamica ricostruita dagli inquirenti subito dopo i fatti, poco lontano, pronti a intervenire per dar loro man forte, c’erano ‘Shube’, ‘Oje’ e ‘Threeman’. All’angolo con via Oroboni ‘Omomo’ e Musa Junior facevano da ‘palo’. Il loro compito era aspettare l’arrivo della vittima designata, Stephen Oboh, membro della banda rivale, e spingerlo nella trappola. All’arrivo del giovane, iniziò una mattanza: Stephen è sopravvissuto per miracolo all’aggressione, ma ha trascorso tre giorni in Rianimazione, lottando fra la vita e la morte. Il motivo di tanta ferocia? La lotta fra due bande rivali. E una ‘chiacchierata’ con la polizia, per la quale scattò la spedizione punitiva.