Bando migranti Ferrara, le cooperative. "Impossibile garantire il servizio"

Il Forum Terzo Settore spiega le ragioni per cui ha disertato la gara indetta dalla prefettura. "No a un'accoglienza di bassa qualità"

Le cooperative hanno disertato il bando della prefettura

Le cooperative hanno disertato il bando della prefettura

Ferrara, 15 aprile 2019 - «Una decisione sofferta e meditata» quella di non partecipare al bando indetto dalla prefettura per l’accoglienza dei richiedenti asilo. Ma una scelta necessaria, secondo le cooperative ferraresi che finora hanno gestito il servizio in provincia. Necessaria perché il capitolato di questa gara «riduce il ruolo delle cooperative e associazioni a distributori di piatti, posate e bicchieri di plastica e lenzuola di carta usa e getta».

Un grido di dolore da parte di chi sinora si è impegnato in un settore delicato ma anche una presa di posizione politica a fronte delle nuove disposizioni del governo sul tema. Le cooperative parlano attraverso una lunga lettera diramata dal Forum Terzo Settore a poche ore dalla notizia della ‘diserzione’ dalla gara indetta dalla prefettura. «Abbiamo finora gestito l’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto alle richieste che sono pervenute dallo Stato – premettono le coop –. L’abbiamo fatto studiando e proponendo alle persone percorsi di autonomia e di reale integrazione, sia sociale che lavorativa».

I numeri delle persone inserite nel mondo del lavoro e in attività sociali testimoniano quanto appena illustrato. «Sulle 640 persone ad oggi accolte – aggiungono – 78 sono impegnate in attività di volontariato e integrazione in collaborazione con associazioni locali e società sportive, 175 stanno svolgendo un tirocinio lavorativo o un corso di formazione e 220 sono assunte con regolare contratto di lavoro. Abbiamo dato lavoro, assumendo e pagando in modo regolare, oltre 150 persone come educatori, insegnanti, mediatori culturali, psicologi, avvocati, eccetera. Abbiamo affittato e pagato affitti in modo regolare a tanti proprietari italiani. Abbiamo dato vita a collaborazioni con tante amministrazioni delle comunità locali, con associazioni di volontariato e con la Chiesa. Abbiamo cercato di far sentire questi uomini e donne a ‘casa loro’ – proseguono –, ascoltato le loro sofferenze, condiviso i loro cammini di vita, corretti, ove possibile, atteggiamenti non positivi». Ma ora, si legge nella nota, il nuovo bando «rende impossibile molto di tutto questo».

Le persone ospitate «non avranno più la possibilità di utilizzare quanto già a loro disposizione nei singoli appartamenti, né potranno occupare il tempo in quelle semplici attività quotidiane, quali il prepararsi il cibo e il fare la spesa, importanti per impegnare le ore della giornata da parte di coloro che non lavorano. Non copre gli oneri della sicurezza sul lavoro delle persone assunte. Riduce drasticamente il numero degli educatori impegnati nel seguire i richiedenti asilo». Sia chiaro, una riduzione della spesa giornaliera pro-capite prevista fino ad ora è «condivisibile» anche secondo il mondo cooperativo.

In seguito alla diminuzione dei nuovi arrivi, infatti, «non sono più necessari tanti interventi di prima accoglienza. Il vero risparmio però poteva e doveva essere ottenuto attraverso una riduzione dei tempi di risposta dell’istanza di richiesta asilo, che non solo aumentano i costi, ma mettono a dura prova i richiedenti e le comunità che accolgono. Non siamo disponibili – chiude la lettera – a una accoglienza di bassa qualità che considera le persone più deboli come soggetti da ‘mantenere al minimo’ in attesa di una espulsione che ben difficilmente avverrà».