Migranti, il sistema Ferrara diserta il bando per l'accoglienza

Spunta l’unica offerta di una cooperativa padovana, ma lo scenario resta incerto. Prorogati i termini

Alcuni partecipanti del  l’iniziativa ‘Oltre la propaganda. Lavoro, accoglienza, inclusione: gli effetti del decreto sicurezza sul territorio’

CONVEGNO CGIL GRUPPO DEI RELATORI.

Ferrara, 14 aprile 2019 - Non si fa attendere la risposta del sistema ferrarese di accoglienza alle novità introdotte dal decreto sicurezza. A testimoniare la presa di posizione delle varie realtà, coordinate da Cidas, è la mancanza di candidature locali al recente bando della Prefettura per l’affidamento biennale dei servizi di gestione dei Cas. Il verbale delle operazioni di gara del 10 aprile scorso, infatti, indica la presentazione di una sola offerta, proveniente da una cooperativa padovana, ‘Un mondo di gioia’, che peraltro necessiterebbe di integrazioni.

Una scelta di chiamarsi fuori, dunque, da parte di soggetti costantemente in prima linea nell’accoglienza ai richiedenti asilo, che trae le sue origini dalle diverse implicazioni del decreto approvato nello scorso novembre. Da qui, quindi, la richiesta da parte della Prefettura all’Asp di prorogare l’attuale gestione fino al prossimo 30 giugno, salvo eventuali aggiudicazioni prima di tale data. Una richiesta che si è tradotta nella disponibilità dell’Asp, chiamata tuttavia a ridurre i servizi trasversali.

Incerto, ancora, il possibile scenario futuro dell’accoglienza, qualora la situazione dovesse permanere oltre il 30 giugno. E sulle conseguenze del decreto sicurezza in ambiti come il lavoro, l’accoglienza e l’inclusione, la Cgil ha promosso un convegno, nella mattina di ieri. ‘Oltre la propaganda’, il titolo dell’evento ospitato all’interno della Sala dei Comuni del Castello Estense.

«Noi pensiamo che sia un decreto con effetti impattanti e negativi sul piano delle garanzie dei diritti fondamentali – ha illustrato la coordinatrice dei lavori Francesca Battista, della segreteria confederale Cgil – con persone che si troveranno a non avere un titolo di soggiorno, e resteranno nell’emarginazione. Il 75% degli attuali beneficiari degli Sprar, il modello che garantisce una continuità di servizi in un’ottica di accoglienza condivisa, un domani non avrà più titoli e non ci potrà stare.

Inoltre, l’effetto combinato del decreto sicurezza e del dimezzamento dei fondi, cancellerà tutti quei servizi finalizzati all’integrazione oltre l’aspetto dell’accoglienza, favorendo quelle grandi concentrazioni di persone che noi stessi non auspichiamo». Un ulteriore argomento che è stato toccato dal dibattito, riguarda le ricadute negative occupazionali legate ai servizi di accoglienza. L’avvocato Andrea Ronchi, consulente Cgil Emilia Romagna, si è soffermato sulla limitazione di accesso al gratuito patrocinio introdotta dal decreto. Spazio inoltre alle testimonianze di operatrici dell’accoglienza e di un’insegnante Cpia.