Ferrara, "Ho investito al Gad, il Comune faccia qualcosa"

Una luce al Giardino: la storia di Elias, imprenditore originario della Tanzania, ha aperto un locale in piazza Castellina

Raphael Elias Ndayisenga nel suo locale

Raphael Elias Ndayisenga nel suo locale

Ferrara, 9 maggio 2018 - Un viaggio per amore fatto 20 anni fa dalla Tanzania a Rovigo e poi, dal 2006, l’arrivo a Ferrara. Un lavoro da magazziniere che perde dopo 15 anni e la decisione di diventare imprenditore, aprendo un affittacamere, in zona Gad, proprio in Piazza Castellina. Lui è Raphael Elias Ndayisenga, 51enne, titolare della struttura ricettiva ‘L’Affittacamere Elias’ che ha aperto alla fine del 2016 in un immobile dove un tempo c’era un albergo chiuso perché diventato pericoloso per la sicurezza della piazza e dei residenti. Elias ha avuto coraggio e lo ha comprato all’asta, scommettendo sul suo futuro. Lo ha ristrutturato, con molti sacrifici, ha assunto due persone ma in quella struttura non arrivano clienti. I turisti non lo scelgono per via della zona in cui si trova ed ora Elias è preoccupato. Così Elias fa un appello all’amministrazione comunale e a tutti i ferraresi perché tornino a rianimare quella piazza con attività ‘sane’ e chiede alle istituzioni una collaborazione affinché siano create le condizioni per far arrivare attività che rilancino il quartiere, oggi troppo spesso, in preda agli spacciatori e ai senza fissa dimora.

L'operazione della polizia al Gad (foto Businesspress)

Elias, in un momento di crisi come questo, tu hai deciso di sfidare tutto e tutti e hai aperto un affittacamere in Gad, perché?

«Non esistono posti brutti o belli. I posti sono tutti belli, dipende da come le persone li usano. Qui sarebbe una zona non solo gradevole ma anche molto comoda per chi viene in visita a Ferrara: siamo a metà strada fra la stazione dei treni e il centro storico della città. Per ora invece, questa è una piazza dove il Comune e la gente non investe, non ci crede e se la si abbandona, anche la mia attività finirà male»

Cioè, non hai clienti che scelgono la tua struttura?

«No, non la scelgono. Tempo fa ero registrato anche in un famoso sito che offre sistemazioni alberghiere in tutto il mondo ma poi me ne sono dovuto andare perché per stare nel sito costa e io non posso affrontare anche quel tipo di spesa. Ho comprato questo immobile nel 2015, all’asta per 35mila euro, ho avuto un finanziamento di 20 per poterlo sistemare. Di questi 20mila euro, sette sono finiti a un muratore che appena gli ho dato la caparra se l’è svignata e quindi con i restanti 13 non ho potuto fare molto. Così mi sono improvvisato anche muratore»

Il tuo affittacamere non è di lusso ma si presenta comunque bene, perché non riesci a lavorare?

«Perché questa zona è abbandonata. Non ci sono circoli sportivi, spazi per i giovani e attività commerciali che possano attirare gente normale. Un circolo vizioso che arriva fino ai turisti che lo vengono a sapere e dunque non mi scelgono. Io sono una persona con molta fede, sono un cattolico, e per questo ho molta speranza. Sempre. Ma ora le cose non stanno andando tanto bene e se qui non si cambia, inizio a preoccuparmi».

Tu però hai cercato un contatto con l’amministrazione comunale per esporre il tuo problema?

«Certo che l’ho fatto. Qui sono venuti l’assessore Modonesi, la consigliera comunale Baraldi. Ho preso parte inoltre, un anno fa, ad un incontro nello Spazio Grisù con le istituzioni e le associazioni di categoria per programmare una serie di eventi. Ho cercato di farmi conoscere e spigare loro che i miei problemi dipendono da come sta questa zona. Ho anche chiesto di poter inserire degli appuntamenti di animazione anche per questa piazza ma mi è stato detto che era troppo tardi. Ci saremmo potuti sentire più avanti. Poi non li ho più sentiti».

E quindi?

«Qui serve animazione. Io per esempio, vorrei organizzare degli aperitivi coinvolgendo la piazza in cui mi trovo. Vorrei poter riorganizzare eventi serali come concerti, tenuti da alcuni gruppi etnici molto bravi e che conosco ma serve collaborazione. Da parte di tutti».