"Benvic, lo sviluppo che ingloba Celanese"

I sindacati spiegano le prospettive aperte con l’acquisizione dell’impianto di via Marconi: "Salva l’occupazione e investimenti in vista"

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di Stefano Lolli

Non è solo un accordo ’salva occupazione’, quello tra Benvic e Celanese; l’operazione, suggellata martedì a Bologna e salutata immediatamente con soddisfazione da istituzioni e sindacati, va infatti ben oltre l’acquisizione da parte di Benvic del sito produttivo di Celanese di viale Marconi. "Ci sono soprattutto importanti prospettive di sviluppo – esordiscono i segretari dei chimici Cgil, Cisl e Uil Fausto Chiarioni, Luigi Baiano ed Eugenio Benini – impensabili un anno fa, quando era arrivato lo choc dell’annuncio da parte di Celanese di uno dei due impianti cittadini". Come si ricorderà, un fulmine a cielo tutt’altro che sereno – complice la crisi legata alla pandemia –, che metteva a repentaglio ben 67 lavoratori in forza alla multinazionale texana. Decisa a lasciare l’area dell’ex Solvay e trasferire le produzioni nel nuovo centro di eccellenza di Forlì. Così di fatto non è avvenuto: "Se in via Marconi sparisce effettivamente il marchio Celanese – spiega Chiarioni –, ciò avviene attraverso un rafforzamento e un investimento da parte di Benvic". Che oltre ad acquisire da Celanese la linea produttiva (il settore è quello del Pvc e dei tecnopolimeri) ha annunciato investimenti per potenziare il proprio raggio d’affari nel campo del medicale. "Nei prossimi anni, a quanto ci è stato anticipato – aggiunge Baiano – quello di Ferrara diventerà lo stabilimento più importante del gruppo Benvic a livello internazionale". Insediata nella nostra città da decenni, la multinazionale (composta di tre costole: Francia, Italia e Spagna) è destinata di fatto a riappropriarsi quasi interamene del sito ex Solvay di viale Marconi, dove resteranno Cir e Gif Chimica.

Spicca ovviamente l’aspetto occupazionale: dei 67 lavoratori Celanese, 33 saranno rilevati (formalmente dal 1° luglio) da Benvic, 11 saranno trasferiti all’altro impianto Celanese all’interno del polo chimico pur lavorando nominalmente per lo stabilimento di Forlì, 12 invece integreranno l’organico di Celanese che da Ferrara non si sarebbe comunque spostato. Resta un saldo negativo di 9 dipendenti, quattro dei quali si sono dimessi volontariamente, mentre 5 (oggetto di una conciliazione con Celanese) potrebbero rientrare nel successivo piano di assunzioni di Benvic.

Ricordando la situazione di un anno fa – il caso era esploso nel giugno del 2020, con il primo ’tavolo’ istituzionale organizzato a luglio –, c’è quasi da gridare al miracolo. Invece del bagno di sangue occupazionale, si prospettano investimenti: "Al di là dei piani di sviluppo di Benvic, davvero importanti e quasi benedetti – sorridono i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil –, è anche la prova dell’efficace sinergia tra sindacato e istituzioni. Regione e Comune si sono mosse senza indugi, le nostre categorie non hanno mai mollato il punto. Eravamo convinti sin dall’inizio che l’impianto di Celanese di via Marconi avesse requisiti tali da non prevederne lo smantellamento, l’accordo conferma la tesi". Oggi si apre la trattativa formale con Benvic per definire l’accoglimento dei lavoratori, ma siamo davvero alle sfumature. Ultimo aspetto degno di nota, il fatto che il potenziamento delle attività nell’area ex Solvay – che si lega come detto ai campi, ora strategici, delle produzioni medicali – avrà potenzialmente benefici anche per l’indotto che gravita attorno alle società. "E pensare che un anno fa – ricordano Chiarioni, Baiano e Benini – si temeva addirittura che la chiusura dell’unità produttiva di Celanese potesse minare la continuità di questa zona industriale". Benvic, si ricorderà, già nel 2018 aveva acquisito Vinyloop. E ora lo sviluppo prosegue.